Inside Out 2, recensione film Disney: un’esplosione di emozioni tra risate e sentimento

Inside Out 2 è un’esplosione di emozioni. Riley diventa adolescente, il Quartier Generale si amplia, e arrivano i guai nel sequel della pellicola Pixar, premio Oscar per il miglior film d’animazione.

Cosa succede nella nostra testa quando siamo preda delle emozioni? Il primo Inside Out si limitava ad esplorare i nostri stati mentali e fisiologici all’interno di un campo limitato: Riley, la giovane protagonista, era un’undicenne che tentava di ambientarsi nella nuova casa e soprattutto a scuola, in relazione al rapporto con la sua famiglia. Inside Out 2 si amplia: Riley compie 13 anni ed è ufficialmente un’adolescente, il che vuol dire guai. La pubertà viene affrontata con il solito guizzo che ha contraddistinto la prima pellicola: tante risate, leggerezza, ma senza dimenticare il sentimento e la riflessione morale. Crescendo, la giovane protagonista (doppiata nella versione italiana da Sara Ciocca) ha maturato il seme della convinzione, ovvero una serie di frase motivazionali che l’hanno spinta a formarsi come persona.

In automatico, il Quartier Generale delle emozioni, comandato da Gioia (c’è ancora la spumeggiante Stella Musy a prestarle la voce) si è evoluto: c’è un luogo dove gettare nell’inconscio i brutti ricordi, quei traumi che siamo tutti portati a voler dimenticare perché ci hanno provocato vergogna o cattive sensazioni. Tutto procede per il meglio fino al giorno in cui suona l’allarme: il Quartier Generale viene smantellato come fosse un cantiere per far spazio a quattro nuove emozioni: Ansia (doppiata da Pilar Fogliati), Invidia (Marta Filippi), Imbarazzo (Federico Cesari) e Noia (Deva Cassel).

Inside Out 2: la pubertà, ovvero la lotta tra Gioia e Ansia

Gioia, che è sempre stata il capo del Quartier Generale, nonché punto di riferimento per Riley che l’ha resa una persona solare e sorridente fin da bambina, si trova improvvisamente spaesata. Ansia arriva come un uragano e sembra avere un piano per ogni cosa che riguarda la giovane protagonista. Anche programmarle il suo lontano futuro. Lo scontro è inevitabile, e rappresenta anche il delicato passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza: Gioia non accetta di essere messa da parte da Ansia, che si è palesata come un fulmine a ciel sereno, pronta a plasmare una nuova Riley. Nel mondo “umano”, la ragazzina si trova di conseguenza a dover prendere scelte importanti che riguardano le sue amicizie e il suo destino. L’hockey è una componente importante nella sua vita, e Riley, ormai adolescente, sta per affrontare la sfida più importante da cui dipende tutto. La crisi adolescenziale diventa una lotta tra emozioni vecchie (Gioia, Invidia, Imbarazzo, Rabbia e Tristezza) e nuove, pronte a prendere il loro posto.

Inside Out 2 ci insegna prima di tutto ad amare noi stessi

Inside Out non era una pellicola solo per bambini, ma riusciva ad abbracciare anche il pubblico degli adulti. Allo stesso modo, Inside Out 2 non cambia format e continua a rappresentare alla perfezione il mondo dei piccoli come quello dei grandi. Del resto, le emozioni fanno parte dell’animo umano ed è impossibile non trovare quella che più di tutte ci identifica. Attraverso gag, risate e tanto divertimento, alla scoperta anche di luoghi più reconditi della nostra mente (avete presente quella zona in cui nascondete i vostri più oscuri segreti?), il regista debuttante Kelsey Mann prende in mano il sequel Disney Pixar del 2015 rendendolo un film ancora più universale. Inside Out 2 ci insegna che prima di ogni cosa bisogna imparare ad amare noi stessi: solo conoscendoci a fondo possiamo controllare meglio anche le nostre emozioni e accettarci per ciò che siamo. Non spetta a loro comandarci, ma dobbiamo imparare a domarle, accettarle e a conviverci. Che siano esse la Rabbia, l’Ansia o l’Imbarazzo, nessuna di esse ci abbandonerà mai, neanche in età adulta.

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