Con il presidente Antonio Patuelli all’Abi, e la presidente del Casl, Ilaria Dalla Riva, abbiamo sottoscritto, tra molto altro, tre rinnovi del contratto nazionale.
“L’ultimo, in particolare, è andato ben oltre l’articolato normativo e la parte economica, grazie anche alla determinante iniziativa dell’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, e dei vertici dei più importanti gruppi bancari: ha ridato lustro e importanza non solo alla categoria delle lavoratrici e dei lavoratori delle banche, ma a tutto il settore bancario. L’alto valore politico, giuridico e sociale di questo rinnovo è stato riconosciuto anche fuori del settore. Il nuovo contratto, costruito con relazioni sindacali trasparenti, costruttive e lungimiranti, inoltre, sarà determinante per garantire stabilità e crescita dell’industria bancaria del Paese”. Ad affermarlo è il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando la relazione del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.
“A Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Associazione bancari dal 2009 fino al maggio scorso, riconosco di aver compiuto un percorso di alto livello, anche nel corso delle trattative sindacali, e di esser stato, con serietà e professionalità, sempre capace di trovare soluzioni efficaci e innovative. Con l’arrivo di Marco Elio Rottigni, l’Abi potrà far leva su un impulso decisivo sul fronte internazionale e in particolare dell’Unione europea, dove le banche italiane, nei prossimi anni, andranno adeguatamente tutelate e rappresentate. Sono certo che il vertice dell’Abi sarà in grado di promuovere e accompagnare un sistema bancario equo e sostenibile, che possa affrontare le sfide attuali e future con lungimiranza, resilienza e determinazione. La Fabi farà come sempre la sua parte”, sottolinea Sileoni
Panetta, ‘oltre 20 anni per revisione regolamentare, rischiose ulteriori esitazioni’
“Il prossimo anno entrerà in vigore in Europa l’ultima parte della normativa prudenziale sulle banche definita dal Comitato di Basilea. L’attuazione sarà graduale e si concluderà nel 2030. Alla fine di questo percorso la revisione regolamentare avrà richiesto ben oltre vent’anni: un periodo troppo lungo se confrontato con le conseguenze di potenziali instabilità e con la rapidità con cui sorgono nuovi rischi”. Così il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’Assemblea Abi 2024, aggiungendo che “esitazioni nell’attuazione sarebbero controproducenti: nell’immediato esporrebbero a rischi l’intera economia, e renderebbero l’attuazione più ardua qualora essa slittasse a una fase meno positiva di quella attuale”.