Ambientata quasi 200 anni prima le vicende di Game of Thrones, lo spin-off convince per una narrazione incisiva, per un racconto forte, potente e, soprattutto, femminista
Si deve ammettere che, grazie al genio e alla fantasia di George R. R. Martin, il mondo del fantasy cavalleresco non è più lo stesso. È grazie a lui se il mondo della letteratura e quello della tv ha conosciuto il mondo di Westeros e gli intrighi di Game of Thrones. Il libro che è diventato una serie della HBO – in Italia su Now – ha lasciato un’impronta indelebile nell’universo televisivo contemporaneo. Amata e lodata dalla critica e dal pubblico, lo show ha subìto però una disaffezione da parte dei fan a causa di quell’ottava stagione che ha regalato alla narrazione e un finale approssimativo e per nulla esaustivo. Le critiche sono state feroci eppure la stessa rete della HBO ha creduto ancora nel progetto di Game of Thrones tanto da dare vita a una serie parallela e ampliare così le storie da raccontare nell’universo dei sette regni di Westeros. Nasce così House of the Dragon. In onda da qualche settimana in America con gli episodi inediti della seconda stagione – disponibili in Italia in streaming su Now –, lo show non è stato un flop come in tanti hanno creduto. Anzi, ha superato qualsivoglia aspettativa tanto sa confermarsi uno spin-off di alto profilo che vive ben lontano dalla serie “madre”. Accade di rado una cosa del genere. Di solito, gli spin-off di serie di successo non riescono mai sganciarsi da temi e stili narrativi, invece House of the Dragon fin dal primo episodio ha fatto intuire tutte le sue grandi potenzialità.
Politica, magia, giochi di potere e di cuore
Non si tratta di un sequel, ma la vicenda compie un salto indietro di ben 200 anni e prima ancora delle vicende che – in epoca più recente – hanno travolto i regni di Westeros. Quindi, non si parla di Estranei, non si parla dei Lannister e non si parta di Jon Snow e della Barriera. La vicenda si focalizza sui Targaryen. Viserys è il quinto re dei Sette Regni. È conosciuto come un uomo cordiale, gentile e onesto, scelto da un Gran Concilio di lord per succedere a suo nonno, re Jaehaerys I. La principessa Rhaenyra è la figlia primogenita di Viserys, è una cavalca-draghi e si aspetta di diventare la prima regina regnante dei Sette Regni. Tuttavia, la sua nomina viene messa in discussione dal fratellastro più giovane, Aegon II, un uomo crudele e disposto a tutto pur di raggiungere i suoi obbiettivi. Tra lotte per il potere, intrighi politici e di corte, si delinea un contesto per nulla facile per i Targaryen e per il futuro stesso dei sette Regni.
Prima della “madre dei draghi” c’erano solo i Targaryen
Raccontare l’antefatto di una delle più grandi casate dell’universo di Martin non è stata un’impresa facile. C’era il rischio di non regalare ai fan un’immagine veritiera dei Targaryen ma, invece, la scelta è stata vincente sotto tutti i punti di vista. Non solo da quello recitativo dato che la serie ha con sé una schiera di attori inglesi di grande rilievo, come Matt Smith che ha preso parte alla stagione 5 (e successive) di Doctor Who, ma convince anche dal punto dei contenuti, creando un puzzle di eventi molto coinvolgente e per nulla banale. Si parla di politica, di eredità, di amori ma, più che altro, si parla di donne e della loro influenza. Si parla di quelle donne che vogliono avere il potere e di quelle donne che vogliono avere un posto di diritto al fianco del “sesso forte”. Qui lottano, sgambettano, cercano di imporre la loro volontà in un mondo popolato ancora da una forte presenza patriarcale e in cui tutto può essere messo in discussione. La forza di House of the Dragon è insita proprio in questo dettaglio: parla al cuore di tutti e nel frattempo si lancia in una critica audace al mondo di oggi con un linguaggio schietto e sincero.
Dopo House of the Dragon? L’universo è in espansione
Un successo più che meritato. Se la prima stagione ha funzionato, la seconda continua nel suo filone positivo. Una terza è già stata confermata ma, come riportano le notizie dall’America, sono in fase di realizzazioni diversi spin-off. Se, per il momento, il progetto di una serie dedicata al personaggio di Jon Snow (interpretato da Kit Harrington) è in fase di stallo, A Knight of the Seven Kingdoms pare che sia conformato. Una produzione inedita che fungerà da adattamento da altre storie scritte da George R.R. Martin, in particolari quelle raccolte ne Il cavaliere dei Sette Regni, incentrate sul giovane auto-proclamato cavaliere Dunk e il suo improbabile scudiero decenne Egg, tutto ambientato circa un secolo prima degli eventi visti nella saga del Trono di spade.