MaXXXine è il film meno riuscito della trilogia horror di Ti West, che resta comunque un cult per gli amanti del genere: la recensione della pellicola con protagonista Mia Goth.
MaXXXine si conclude dove tutto ha avuto inizio: la ricerca del successo della sua protagonista, interpretata in modo magistrale da Mia Goth, la quale ormai ha fatto suo (anima e corpo) un personaggio già iconico. La trilogia diretta da Ti West, iniziata qualche anno fa con X: A Sexy Horror Story e consacrata poi con lo spin-off prequel Pearl, è un cult per gli amanti dell’horror. Il giovane regista e sceneggiatore continua ad esplorare il genere attraverso i decenni. Se con il primo film raccontava l’horror splatter degli anni Settanta, il secondo si immergeva nelle atmosfere semi-fantasy della Hollywood dell’età d’oro degli anni Quaranta. MaXXXine, invece, omaggia l’horror degli anni Ottanta, sfruttando a pieno il fenomeno in tutte le sue sfumature. Il film vede una Maxine che ottiene con successo una parte in nel sequel di una produzione hollywoodiana di serie B, diretto da un’ambiziosa regista. Il suo passato, però, torna prepotentemente a bussare alla sua porta, lasciando dietro di sé una scia di sangue.
MaXXXine: un omaggio al cinema horror al maXXXimo
Gli anni Ottanta sono l’ambientazione ideale per far fiorire il genere horror. Ti West pone le basi della sua storia nella Los Angeles del 1985, terrorizzata dagli omicidi di Night Stalker (al secolo il serial killer Richard Ramirez) e dalla paranoia dell’abuso del rituale satanico. Maxine s’impone come un’eroina femminista che riesce con disinvoltura a navigare all’interno di un universo composto da soli uomini. Con la sua fermezza e sicurezza che l’ha sempre contraddistinta, nonostante il suo passato da attrice in film per adulti, la ragazza riesce con intraprendenza ad ottenere un ruolo importante in The Puritan II, sequel di uno dei film horror di maggior successo che ha reso la sua protagonista, Molly Bennett (che ha il volto di Lily Collins) una reginetta del genere. Per Maxine sembra l’inizio della scalata a Hollywood che ha sempre sognato, ma il suo passato torna nella sua vita. La città è terrorizzata da un serial killer che miete quotidianamente vittime, e anche alcune colleghe della ragazza rimangono vittime di questa follia omicida. Come se non bastasse, Maxine è inseguita da un arrogante detective privato (interpretato da Kevin Bacon) che la cerca per conto di un’oscura e misteriosa figura. Riuscirà la nostra eroina a diventare una vera stella del cinema e, allo stesso tempo, sopravvivere alla carneficina?
MaXXXine: l’ultimo capitolo della trilogia horror è un po’ sottotono
MaXXXine è il capitolo meno riuscito della trilogia horror di Ti West, colpa di una storia un po’ debole (specialmente nel finale), che perde man mano coesione col resto della narrazione. Nonostante i difetti, il film mantiene lo stile folle e originale che ha contraddistinto la trilogia fin dal suo esordio. Il viaggio nella delirante America degli anni Ottanta funziona, così come il cast (anche se poco sfruttato). Mia Goth è eccezionale, resta l’anima del franchise. Il fulcro della storia rimane la sua folgorante e arrivista Maxine: una forza della natura, in grado di sopravvivere da sola (e farcela con le sue forze) contro ogni ostacolo. Maxine non ha paura a camminare da sola nel cuore della notte, e lo notiamo in una scena in cui affronta con una tale semplicità uno stalker vestito da Buster Keaton che intende ucciderla. Ti West la dirige seguendola con frenesia mentre si aggira in questa Los Angeles disperata che trasuda di paura, sangue e paranoia. E mentre il serial killer continua a fare vittime, Maxine si erge come un’eroina su tutti: e il film consacra Mia Goth come una degna reginetta dell’horror.