Ci sono storie che lasciano un segno dentro di noi perché sono in grado di solleticare corde profonde della nostra anima.
È il caso di “Ti stavo aspettando”, il romanzo d’esordio di Orsola Valguarnera, edito da Rossini. Questo romanzo denso di emozioni e caratterizzato da incontri memorabili ci invita a non smettere mai di credere in quegli incontri tra anime affini che non possono fare a meno di cercarsi per condividere insieme passioni, interessi, sogni ed esperienze significative nonostante il tempo che scorre, le distanze e le difficoltà.
Per il lettore sarà facile affezionarsi a Sara, aspirante scrittrice che sogna di recarsi in North Carolina per affinare le sue tecniche di scrittura in una famosa scuola di scrittura creativa e Liam, cantante e musicista di una nota band rock. Tra di loro scatterà subito la scintilla dell’amore. Le loro emozioni intense e forti li ricondurranno verso un passato difficile da definire fatto di frammenti di ricordi che non si riescono a razionalizzare perché improvvisamente le loro vite si intersecheranno con quelle di Kate e Jamie vissuti negli Anni Cinquanta in North Carolina.
Pagina dopo pagina il lettore vorrà capire che legame c’è tra queste due coppie sino ad arrivare ad un finale sorprendente. Con la sua scrittura profonda ed emozionante Orsola Valguarnera ci sprona ad affrontare con i suoi personaggi un viaggio nelle sfumature più autentiche dell’amore puro, quello incondizionato capace di vincere su tutto e caratterizzano da attese che vale la pena vivere.
In questa intervista l’autrice ci svela com’è nata l’idea di questa storia e di ci parla della sua passione per la musica e la scrittura.
Orsola, partiamo dall’origine, com’è nata l’idea di scrivere questa storia densa di emozione e suspense?
Partiamo col dire che ho sempre avuto una spiccata fantasia. Faccio certi film mentali che meritano il premio Oscar! Allo stesso modo sono sempre stata una persona molto curiosa, sono sempre stata affascinata dal sapere e per questo ho studiato molto e mi sono informata molto anche se non in senso accademico… religioni, fisica quantistica, filosofia ed anche psicologia. L’amore è una delle cose che mi ha sempre affascinato più di tutto e riesce a comprendere ogni aspetto citato prima. Questa storia nasce dall’insieme delle cose descritte qui sopra. Avevo tutto già in mente, la storia la immaginavo come in un film, la sera prima di andare a dormire, infatti prima di essere un libro l’idea era quella di farla diventare una sceneggiatura. Insomma dovevo solo scriverla.
Il tuo romanzo è una vera e propria celebrazione di quegli incontri che segnano l’esistenza. Come potresti definire questo tipo di incontri?
Credo fortemente nell’amore, ci credo perché l’ho provato. Molti pensano di amare, ma pochi credo che in realtà lo provano davvero, purtroppo non lo sai finchè non succede, solo allora puoi riconoscerne la differenza, parlo di amore incondizionato che non è sempre semplice e lineare. L’amore è fatto di alti e bassi, di pregi ma anche di difetti, di felicità ma anche sofferenza… come distinguerlo? Probabilmente stai amando veramente quando non sai spiegare a parole il perché ma sai che conosci ogni pregio ed ogni difetto, le parti di luce e le parti di ombra e le ami tutte. Quando nemmeno il tempo lo scalfisce. Quando la priorità è il benessere dell’altro e non l’egoismo di ciò che vuoi per te. Sono convinta che quando incontri l’amore vero mai niente e nessuno potrà sostituirlo e quindi come per Kate e Jamie cosi per Sara e Liam, nemmeno il tempo, gli ostacoli, le incomprensioni, qualsiasi cosa insomma, potrà separare o allontanare definitivamente la tua anima da quell’amore, lo avrai sempre in te.
In “Ti stavo aspettando” la musica regna sovrana facendo da colonna sonora alle emozioni e vicende narrate. Che ruolo ha la musica nella tua vita e …nell’atto creativo?
Penso che la musica sia la forza uditiva che fa vibrare le proprie emozioni reali e che ti spinge ad avere il coraggio di buttarle fuori. Se sei una persona che non sa esprimere a parole i propri sentimenti la musica ti aiuta a trovare le parole giuste. Ad esempio, se hai bisogno di piangere la musica di aiuta a farlo, se hai bisogno di sfogare un momento positivo metti la musica e balli felice, se hai bisogno di coraggio metti una canzone be positive e ti gasi, la musica tocca corde emozionali e diventi sinfonia espressa di ciò che provi dentro. Nel mio libro è essenziale a far capire ancora di più cosa sta provando Sara ad esempio in quel momento. La canzone di Jamie fa assaporare al lettore le emozioni che stava provando. Pensaci un attimo, cosa ti emoziona di un film in realtà la scena in sé o la musica che l’accompagna? Ti emozioneresti in egual modo se vedessi quella scena senza la sua musica in sottofondo?
“Al Destino non puoi fare lo sgambetto” è proprio come scrivi tu?
SI! La mia idea a proposito è un po’ complessa da spiegare. Io credo fortemente che ognuno di noi (e la fisica quantistica ce lo insegna) possa cambiare il corso della nostra quotidianità attraverso delle scelte di libero arbitrio e dalla nostra energia. Noi siamo ciò che scegliamo di essere e abbiamo ciò che scegliamo di avere e so già che c’è chi dirà “anche le cose negative?” si, inconsciamente sì! Ma c’è anche qualcosa di più grande ed è il destino…. A quello lo sgambetto non lo fai! Puoi cambiare il tipo di percorso ma la destinazione, se è destinata a te, non cambierà… perché ci sono cose che dobbiamo vivere per imparare e evolverci.
“You are my rock” è la canzone che nel tuo romanzo il musicista Jamie ha dedicato alla fidanzata Kate negli anni Cinquanta e che nella realtà è stata scritta e cantata da Alex Ghiglione in arte Lerici. Com’è nata questa collaborazione creativa?
Avevo un’idea ben precisa e ci tenevo molto che fosse esattamente come immaginavo. Volevo un testo, una musicalità ed una voce che potessero realmente racchiudere ciò che Jamie stava provando e ciò che voleva trasmettere di se stesso e di questo amore, Alex è riuscito a superare le mie aspettative. È stato un incontro “casuale” o di “destino”, stavo su tiktok scorrendo i mille video nei “per te” e mi è spuntato un video di Alex che cantava ed ho sentito subito l’imprinting, ho detto “è lui!”. L’ ho subito contattato ed è stato immediatamente entusiasta del progetto. Siamo anime artisticamente affini, ci abbiamo lavorato moltissimo insieme ed ininterrottamente, realizzando anche un videoclip che potete trovare su Youtube dove vedrete Sara e Liam. Alex è stato un compagno d’avventura pazzo quanto me, entusiasta, serio, rigoroso e instancabile. Vogliamo arrivare in America e ce la faremo, ci vorrà solo un pò di tempo e sicuramente la nostra collaborazione andrà oltre con altri progetti già in programma.
C’è un personaggio di “Ti stavo aspettando “al quale sei più legata rispetto agli altri e perché?
Beh, indubbiamente Sara… sono io! Lei ha il mio carattere, mi rappresenta appieno.
Come è nata la tua passione per la scrittura?
Da bambina. Non sono mai stata una da diari segreti e quelle robe li, ma ho sempre avuto questa fervida immaginazione nell’immaginare vere e proprie scene che sentivo l’esigenza di buttare giù su carta. Prima, da bambina intendo, avevo addirittura una macchina da scrivere, la amavo. Ma per lo più buttavo giù pezzi di storie su fogli volanti qua e là o su fazzolettini di carta, insomma tutto ciò che mi capitava sotto mano al momento perché ancora gli smartphone con l’app note non c’era mica e tutt’ora preferisco la carta a dire il vero, racchiude più magia! Questo libro è la realizzazione del sogno della mia vita e devo il mio più grande grazie a mia nonna Adele che ha sempre creduto in me e nella mia arte e che fino alla fine mi ha spronata a non arrendermi.
Progetti futuri…
Beh questo è il primo di una trilogia, sono già a metà del secondo libro ed ho già addirittura in mente la storia del terzo, devo solo scriverle. Sarà un percorso che invece di portarci avanti nel tempo ci porterà sempre più indietro. Piccolo spoiler in anteprima per voi, nel terzo ed ultimo libro saremo in Atlantide!