La prevenzione è un’arma fondamentale contro il tumore al seno dato che tale patologia continua a colpire una donna su otto.
Solo in Italia se ne registrano oltre 50 mila nuovi casi l’anno.
In occasione dell’Ottobre Rosa dedicato alla prevenzione del tumore mammario abbiamo consultato la Dottoressa Elisabetta Colonese, Medico Chirurgo specializzato in Ginecologia ed Ostetricia e la Dottoressa Laura Mazzotta, Specialista in Igiene e medicina Preventiva, Nutrizione clinica, e Medicina Estetica preso AEsthe Medica a Ferrara, per capire perché è importante fare prevenzione, come operarla e soprattutto quali sono i controlli ai quali sottoporsi periodicamente per una diagnosi precoce.
L’importanza della prevenzione
Dottoressa Colonese Perché ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore mammario?
Se il tumore mammario e’ la neoplasia più frequente nel nostro Paese, è ben evidente come la sua frequenza necessiti di grande attenzione e divulgazione con l’obiettivo primario di fare prevenzione. In questo mese, tutto il mondo si tinge di rosa per ricordarci l’importanza della prevenzione del tumore al seno. Questo colore simboleggia la lotta contro il cancro al seno e rappresenta un segno di speranza e solidarietà per tutte le donne che affrontano questa battaglia, grazie alla prevenzione, infatti, nonostante l’incidenza sia in aumento si vede diminuzione della mortalità.
Dottoressa Mazzotta quali sono le fasce d’età più a rischio?
Il cancro al seno rappresenta il 29% dei tumori femminili, è il più frequente tumore femminile in tutte le fasce d’età, sia in termini di nuove diagnosi che di numero di decessi oncologici. Un dato abbastanza rassicurante è invece la sopravvivenza che a 5 anni è del 87% mentre a 10 anni dell’80%. Ad oggi non esistono delle vere e proprie raccomandazioni per le donne sotto i 40 anni di età, ma iniziare i controlli almeno a 30 anni appare fondamentale.
Dottoressa Mazzotta, quali sono i principali fattori di rischio?
Il primo fattore di rischio è l’età. Con l’invecchiamento infatti aumenta il rischio di mutazioni cellulari e quindi di formazione dei tumori. Pertanto I controlli devono proseguire anche dopo i 70-74 anni e cioè quando finiscono i programmi di screening. Seguono fattori di rischio riproduttivi e ormonali, come una lunga durata del periodo fertile, con un inizio delle mestruazioni precoce e una menopausa tardiva, casi in cui si ha una più lunga esposizione agli stimoli degli estrogeni. Altri fattori di rischio sono il non avere avuto figli, una prima gravidanza dopo i 30 anni, il mancato allattamento al seno. Tra i fattori ormonali, si ha un incremento del rischio nelle donne che assumono contraccettivi orali o terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa, specie se basata su estroprogestinici sintetici ad attività androgenica.
Dottoressa Mazzotta qual è l’incidenza dello stile di vita?
Incidono l’elevato consumo di alcool, la scarsa attività fisica e le diete ipercaloriche, ricche di grassi animali e carboidrati semplici. Queste facilitano l’obesità e l’ipertensione arteriosa. Influenza anche la pregressa radioterapia (a livello toracico e specialmente se prima dei 30 anni d’età) le recedenti displasie o neoplasie mammarie come la familiarità e l’ereditarietà. Importante mantenere uno stile di vita sano, attivo e rispettoso di alimentazione strategica (eliminazione di cibo processato e trasformato, di cibi cancerogeni, predilezione di fibre e fonti proteiche di qualità nella struttura e nella provenienza. Abolizione di alcol e fumo.
Dottoressa Colonese, come si fa prevenzione?
Fondamentale partire dall’ autopalpazione da eseguire da sole tutti i mesi subito dopo la mestruazione. L’ autopalpazione però non è da sola sufficiente e va sempre associata a visita senologica annuale a prescindere dalla età, ecografia mammaria (che utilizza la sonda con ultrasuoni, si esegue prima dei 40 anni, già a partire dai 30 anni ma se ci sono delle cause predisponenti al carcinoma mammario si può iniziare anche prima poiché questo esame non utilizza raggi ma solo ultrasuoni, la mammografia (si può eseguire anche su chi è portatrice di protesi: per questa categoria di persone ci sono dei macchinari ad hoc ) che generalmente si usa dopo i 40 anni. A volte ecografia mammaria e mammografia vanno associate contestualmente (dipende dal caso clinico e dalla struttura mammaria)
Gli esami consigliati dalle esperte
Ecco indicati gli esami consigliati dagli esperti a cui sottoporsi periodicamente per una diagnosi precoce:
– mammografia: è una radiografia diretta della mammella. La mammella viene compressa per ridurre la dose radiante ed ottenere una migliore visualizzazione delle strutture mammarie.
Resta comunque un’immagine bidimensionale. La mammografia resta il primo esame da eseguire dopo i 40 anni. Nelle mammelle adipose, costituite prevalentemente da grasso ha una sensibilità superiore al 90% Il discorso cambia nelle mammelle dense ricche di componente ghiandolare e con poco grasso, per le quali si rende spesso necessario un completamento con ecografia.
– ecografia: metodica di indubbio valore diagnostico. Consente di distinguere lesioni solide o liquide, di esplorare le zone cieche ed i cavi ascellari, regioni sovra e sottoclaveari ed è una guida semplice, veloce ed economica per le procedure bioptiche su quelle lesioni visibili all’ecografia. Non utilizza radiazioni. È poco sensibile sulle microcalcificazioni e quindi sui tumori che non hanno superato la membrana basale e che sono per definizione confinati alla mammella.
– risonanza magnetica : sfrutta il principio della neo-vascolarizzazione tumorale mettendo in risalto le zone che trattengono più mezzo di contrasto. È un’indagine che individua non sono i tumori maligni, ma anche tumori benigni come fibroadenomi o processi non tumorali, quali focolai infiammatori e aree di aumentata stimolazione ormonale. Consente di ottenere tuttavia tante informazioni utili non sono nella diagnosi, ma anche nel monitoraggio della risposta tumorale ai trattamenti farmacologici.