Qualità della vita: ecco la classifica, dati negativi al Sud

Quali sono le città italiane dove si vive meglio? Come sempre, il Sole 24 ore ha stilato la classifica e sono emersi diversi risultati molto interessanti.

Il primo dato che balza agli occhi è quello che riguarda il Nord Est che stravince la classifica: al primo posto c’è Bergamo, mentre al secondo c’è Trento e al terzo ecco Bolzano. In pratica tutto il podio è destinato al Settentrione, come accade quasi sempre.

L’indagine della qualità della vita: i sei indicatori fondamentali

L’Indagine sulla qualità della vita del Sole 24 Ore si basa su un’analisi approfondita di 90 indicatori provenienti da fonti ufficiali, che vengono suddivisi in sei categorie tematiche. Queste vanno dalla ricchezza e consumi (che misura il potere d’acquisto e il livello di prosperità economica) all’affari e lavoro (che analizza l’occupazione e le opportunità professionali), passando per l’ambiente e i servizi (che include la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti, l’accesso ai servizi pubblici). Le categorie di demografia, società e salute (che riflettono l’aspettativa di vita e la qualità dei servizi sanitari) e giustizia e sicurezza (legata alla criminalità e alla sicurezza urbana) completano il quadro, mentre la cultura e il tempo libero sono un ulteriore indicatore della qualità della vita in termini di svago e opportunità culturali.

Il calo delle città metropolitane

Le città metropolitane, fanno notare una flessione importante. Milano, ad esempio, perde quattro posizioni e arriva al 12° posto, Bologna subisce una perdita di sette posizioni, passando dal secondo al nono posto. Firenze, che per tre anni consecutivi aveva fatto parte della top 10, subisce un crollo, passando al 36° posto, con una perdita di ben 30 posizioni.

Difficoltà anche per la capitale: Roma registra una discesa di 24 posizioni, arrivando al 59° posto. Torino, infine, perde 22 posizioni e si colloca al 58° posto, subito davanti alla Capitale. Un trend che sembra indicare la difficoltà delle grandi città a mantenere livelli di benessere elevati, pur rimanendo importanti centri economici e culturali.

Male al Sud: si salvano Bari e Lecce

Tra i pochi segnali positivi provenienti dal Sud, ci sono Bari e Lecce, rispettivamente 65 esima e 72 esima in questa particolare graduatoria. Se Lecce rimane stabile (perdendo una sola posizione rispetto alla scorsa classifica), Bari segna un incremento di quattro posizioni rispetto all’anno scorso, portandosi sopra i livelli anche del 2022. Questo miglioramento segnala un possibile punto di ripartenza per alcune aree del Meridione, che potrebbero beneficiare di investimenti mirati in infrastrutture, servizi e qualità della vita.

Per il resto, il Sud delude ovunque: tutte le ultime posizioni sono destinate a città meridionali e negli ultimi posti troviamo Palermo (100 esima, – 5 posti rispetto allo scorso anno), Caserta (101 esima, – 3 posti), Cosenza (102 esima, stabile), Vibo Valentia (103 esima con -7 posizioni), Siracusa (104 esima, stabile), Crotone (105 esima, – 2 posizioni), Napoli (106 esima, -1 posizione), Reggio Calabria (ultima, – 6 posizioni).

Salgono Trapani (85 esima) e Brindisi (89 esima) rispettivamente di 14 posizioni e di 11 posizioni. Meglio anche Catania (83 esima in classifica con un miglioramento di 9 posizioni): per il Sud, sono loro i migliori risultati rispetto alla scorsa classifica. Ma restano comunque bassi i risultati in classifica.

La situazione: Italia divisa in due

L’indagine evidenzia, dunque, un’Italia divisa. Se il Nord, in particolare il Nord Est, si conferma il territorio con le migliori performance in termini di benessere, il Sud continua a trovarsi in difficoltà, con molte delle sue principali città metropolitane che segnano un preoccupante calo. La sfida per il futuro risiede nella capacità di ridurre questi divari e garantire una maggiore equità nella distribuzione del benessere su tutto il territorio nazionale.