La decisione del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di chiamare direttamente Vladimir Putin ha scatenato reazioni a catena e tensioni a livello internazionale. Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non ha nascosto il suo disappunto: “Non è stato piacevole vedere che Trump ha chiamato il Cremlino prima di rivolgersi a me. Non accetteremo alcun negoziato bilaterale sull’Ucraina senza di noi”, ha dichiarato fermamente.
Anche la responsabile della politica estera della UE, Kaja Kallas, ha espresso timori per un possibile accordo rapido tra Trump e Putin che tagli fuori l’Europa: “Qualsiasi soluzione rapida sull’Ucraina è un affare sporco, e non funzionerà”, ha avvertito. Tuttavia, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribattuto che “gli europei dovranno probabilmente parlare con Washington per chiedere un posto al tavolo delle trattative”.
Trump, imperterrito, ha definito le conversazioni avute con Putin e Zelensky delle “belle chiacchierate” che offrono la “possibilità di mettere fine a quella orribile e sanguinosa guerra”. Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha assicurato che l’iniziativa di Trump “non è un tradimento”, ma dimostra le sue abilità di negoziatore: “È il miglior negoziatore del pianeta, e solo lui può portare le potenze al tavolo”. Trump ha inoltre concordato con Putin sul fatto che Kiev non possa entrare nella NATO, affermando: “Lo dicono da molto tempo, che l’Ucraina non può entrare nella NATO, e io sono d’accordo”.
Le dichiarazioni di Trump e Putin hanno sollevato ulteriori preoccupazioni in Europa. L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha paragonato l’Europa a una “frigida zitella pazza di gelosia e di rabbia” per non essere stata avvertita della chiamata e non essere stata consultata sui suoi contenuti. Anche i commenti del Cremlino hanno rispecchiato la volontà di riservare all’UE un ruolo secondario nel processo negoziale. Peskov ha dichiarato che “il nostro principale interlocutore è Washington”, pur concedendo che l’Ucraina parteciperà ai colloqui in qualche modo.
Il futuro delle trattative resta incerto, ma una cosa è chiara: la mossa di Trump ha riacceso il dibattito sulla necessità di una leadership europea forte e coesa. L’Unione Europea dovrà trovare un modo per farsi valere e garantire che le proprie istanze vengano prese in considerazione, evitando di essere relegata a un ruolo marginale nel complesso scacchiere geopolitico.

