Oggetto della riflessione di oggi è l’ orsacchiotto di San Valentino. Se ne vedono ovunque, ma perché?
L’ associazione di “soffice” con “tenero” può derivare dalla sensazione di comfort e sicurezza che l’orso trasmette, per come ce lo presentano le case di produzione cinematografiche e pubblicitarie . Tuttavia, è importante analizzare se tale equazione possa avere conseguenze non previste.
Associare la tenerezza alla sofficità può rafforzare stereotipi negativi e messaggi distorti sul corpo e il valore personale.
Sarebbe utile vedere la tenerezza come una qualità interiore, perché tale è, indipendente dalla fisicità. La tenerezza può essere legata all’empatia, alla gentilezza e alla capacità di prendersi cura degli altri. In questo modo, si promuove un messaggio più inclusivo e salutare, che valorizza le persone per ciò che sono, piuttosto che per il loro aspetto esteriore.
Fare dell’orsacchiotto gigante a San Valentino “un simbolo” di calore e protezione, significa fare i conti ed essere consapevoli dei messaggi impliciti che trasmettiamo attraverso tali simboli e messaggi. Promuovere una visione della tenerezza basata su qualità interiori piuttosto che su caratteristiche fisiche può contribuire a costruire una società più attenta ai sentimenti , più inclusiva e rispettosa della diversità.
Associare Inoltre la tenerezza al “soffice” e quindi al sovrappeso, può rafforzare stereotipi negativi e messaggi distorti sul corpo e il valore personale.
Sarebbe utile vedere la tenerezza come una qualità indipendente dalla fisicità, fare cadere certe facili associazioni e rimuovere certe infelici e scontate equivalenze, puntare su altro, con buona pace del mercato.