Durante il question time alla Camera, il guardasigilli Carlo Nordio ha dichiarato che né il Ministero della Giustizia né la Polizia Penitenziaria sono coinvolti nella vicenda Paragon, lo spyware che avrebbe sorvegliato il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e l’attivista di Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini. Le parole di Nordio hanno spostato l’attenzione sull’intelligence, alimentando ulteriori speculazioni su chi possa essere realmente dietro le intercettazioni.
Nordio ha affermato con chiarezza: “Posso assicurare che nessun contratto è mai stato stipulato dal DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) o dalle dipendenti direzioni generali di Gruppo Operativo Mobile e Nucleo Investigativo Centrale con nessuna società privata. Le intercettazioni si fanno solo su autorizzazione dell’autorità giudiziaria. Mai è stato stipulato nessun contratto con qualsivoglia società di qualsiasi tipo. Nessuna persona è mai stata intercettata da strutture finanziate dal Ministero della Giustizia nel 2024 e nessuna mai intercettata dalla penitenziaria”.
Le dichiarazioni del ministro della Giustizia hanno suscitato reazioni contrastanti tra i deputati, con alcuni che hanno accolto le rassicurazioni di Nordio e altri che continuano a sollevare dubbi e preoccupazioni. La vicenda Paragon, infatti, ha sollevato un polverone mediatico e politico, mettendo in discussione la trasparenza e la legalità delle operazioni di sorveglianza.
L’intelligence, ora al centro dell’attenzione, dovrà chiarire il proprio ruolo nella vicenda e fornire spiegazioni dettagliate sulle modalità e le motivazioni delle intercettazioni. Il caso Paragon continua a essere oggetto di approfondimenti e indagini, e il pubblico attende con interesse gli sviluppi futuri.

