La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, si trova al centro di un delicato equilibrio politico sul piano di riarmo europeo proposto dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Da una parte, i socialisti europei sostengono il piano come un passo nella giusta direzione; dall’altra, la minoranza interna al Pd, guidata da figure come Paolo Gentiloni e Lorenzo Guerini, critica apertamente la linea della segretaria, creando una “morsa” politica che mette alla prova la sua leadership.
Schlein ha espresso una posizione chiara e netta: sì a una difesa comune europea, no al riarmo dei singoli Paesi. La segretaria ha criticato il piano von der Leyen per il suo approccio, che incentiverebbe la spesa nazionale in armamenti senza garantire una reale integrazione militare tra gli Stati membri. “Non è la strada che serve all’Europa,” ha dichiarato Schlein, ribadendo che l’uso dei fondi di coesione per finanziare la spesa militare rappresenta un errore madornale.
All’interno del Partito Democratico, la minoranza riformista ha assunto una posizione opposta. Paolo Gentiloni, ex commissario europeo agli Affari Economici, ha definito il piano von der Leyen “un primo passo nella giusta direzione,” pur riconoscendo la necessità di miglioramenti tecnici. Anche Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, ha sottolineato l’importanza di un approccio più coraggioso verso una vera integrazione europea delle spese per la difesa.
A complicare ulteriormente la posizione di Schlein, il gruppo dei Socialisti e Democratici Europei ha accolto il piano von der Leyen come un passo positivo, seppur migliorabile. Questo ha messo la segretaria Pd in una posizione scomoda, costretta a bilanciare le aspettative dei suoi alleati europei con le critiche interne al partito.
La sfida per Elly Schlein è duplice: mantenere la coesione interna al Partito Democratico e, al contempo, rafforzare la sua credibilità a livello europeo. Il dibattito sul piano von der Leyen rappresenta un banco di prova cruciale per la sua leadership, in un momento in cui l’Europa è chiamata a prendere decisioni fondamentali per il suo futuro.

