La nuova stagione di Mare Fuori? Il “prison drama” della Rai torna in tv più convincente che mai

Rosa Ricci -Mare Fuori Rosa Ricci -Mare Fuori

I primi sei episodi sono disponibili su RaiPlay. La serie sui ragazzi dell’IPM non regala sconti a nessuno. La stagione 5 è più dark e più introspettiva e le new entries convinco a pieni voti. Ecco perché Mare Fuori resta un cult della tv di oggi

In poco tempo la serie di Mare Fuori è diventata un vero e proprio fenomeno di culto. Arrivata in sordina in tv nella primavera del 2020, dal momento in cui le prime due stagioni sono state acquistate da Netflix, la serie di Rai 2 ha macinato un consenso dopo l’altro di cui, forse, ancora oggi non si comprende la sua vera gittata. Ma non è questo il punto. Nonostante non sia una serie perfetta e nonostante non abbia alcuna intenzione di mascherare i suoi difetti lampanti, Mare Fuori è una tra le produzioni italiane più seguite degli ultimi anni. Ha all’attivo un musical in teatro, è stato venduto all’estero con il titolo di Sean Beyond, e all’orizzonte si intravede un film per il grande schermo incentrato sul personaggio di Rosa Ricci. La stagione 5, arrivata con i suoi primi 6 episodi su RaiPlay il 12 marzo, segna un vero e proprio punto di svolta. Dopo che la precedente annata non ha convinto per alcune vicende poco allettanti e poco approfondite, ora il pubblico si trova di fronte a una fiction totalmente nuova, con storie più adulte, nuovi personaggi e intrecci più simili a una soap-opera ma… piace proprio per questo. Non è previsto, almeno per il momento, il ritorno di Carmine né di Edoardo ma con l’arrivo di nuovi piccoli criminali all’IPM di Napoli, il racconto si arricchisce di contenuti e di nuovi risvolti.

Chi ha ucciso Edoardo e la nascita di una nuova Rosa Ricci

La nuova stagione si apre con tante e diverse incognite che, ovviamente, non vengono risolte. A queste si aggiungono altre sottotrame che si intrecciano a quella principale. Occhi puntati su Rosa Ricci e, ovviamente, sulla scomparsa di Edoardo. Nella prima puntata, l’ultima del clan Ricci torna all’IPM. Sconvolta per la verità sulla morte del padre e dopo il mancato matrimonio con Carmine, la giovane viene travolta dal suo lato oscuro tanto da meditare vendetta verso chi ha distrutto la sua famiglia pur di rispettare il buon nome del padre. Stringe un patto con Carmela, la moglie di Edoardo, e insieme nascondono il cadavere del giovane facendo credere che sia latitante. Ma ci sono ombre sulla sua morte. Nello stesso istante, all’IPM, entrano tre nuovi ragazzi. Due da Milano e uno dalla periferia più profonda di Napoli che afferma di essere il fratello (perduto) di Rosa Ricci.

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Mare Fuori 5 e quel convincente (ma melenso) effetto soap

Come si evince dalla trama, la nuova stagione ha cambiato forma e identità. Le storie dentro l’IMP con le sue luci e ombre tornano a essere le protagoniste, ma più di tutto, il racconto assume una sfumatura più dark rispetto alle precedenti stagioni, diventando una sorta di Gomorra per ragazzini. Certo, l’alone da fiction resta come rimane quell’intenzione di regalare ai protagonisti l’idea di potersi riscattare e di uscire fuori dal circuito della camorra, ma restano anche i colpi di scena, i rovesci di fortuna e quelle trame criminali ben costruite. Mare Fuori può essere diventato anche adulto, può anche aver investito su stesso (perdendo alcuni personaggi storici) ma resta comunque una serie tv che vira – pericolosamente e sfacciatamente – verso i meccanismi di una soap-opera. Troppo presenti nella stagione 4 tanto da snaturare la potenza del racconto stesso, questa volta quei meccanismi così abusati e in odore di già visto, rappresentano il punto di maggiore espressione di una serie che consapevole dei limiti, gioca con i suoi stessi punti deboli.

Lunga vita al “prison drama” della Rai

Non si può non restare imbrigliati, anche questa volta, nelle vicende dei ragazzi di Mare Fuori. Pur non trattandosi di una serie senza difetti, lo show conferma la voglia di sperimentare nuove strade per le fiction Rai che non sono più relegate alle serie per un pubblico di soli boomer, ma rivolte anche a una platea differente. E l’esempio del prison drama ora in onda è molto inequivocabile.