Il Myanmar è stato scosso da un devastante terremoto di magnitudo 7.7, che ha colpito principalmente la regione di Sagaing, nel nord-ovest del paese, causando enormi danni e provocando un numero ancora incerto di vittime. Si temono migliaia di morti, mentre le operazioni di salvataggio sono ostacolate dalle difficoltà logistiche e dalla difficoltà di accesso alle aree più colpite.
La scossa, che si è verificata intorno alle 13:00 locali, ha avuto un impatto devastante in numerose località, con la capitale Naypyidaw e altre città vicine che hanno avvertito vibrazioni intense. La zona epicentrale, la regione di Sagaing, ha subito i danni più gravi, con edifici crollati, strade distrutte e intere comunità isolate. Le autorità locali, insieme ai soccorritori, stanno cercando di recuperare i sopravvissuti, ma la situazione è resa ancora più complessa dalle difficoltà di comunicazione e trasporto.
A rendere ancora più preoccupante la situazione è stato il verificarsi di una seconda scossa, di magnitudo 6.4, avvenuta poche ore dopo nella stessa area, aumentando ulteriormente il rischio di crolli e facendo tremare la terra anche a distanza. Questo doppio evento ha contribuito a creare panico nelle popolazioni locali e ha reso ancora più difficile l’opera di soccorso.
Il terremoto ha avuto un impatto anche oltre i confini del Myanmar. Bangkok, la capitale della Thailandia, ha avvertito scosse di assestamento, con la capitale thailandese che ha tremato per alcuni secondi, suscitando preoccupazione tra i residenti. Inoltre, uno degli edifici più alti di Bangkok ha subito un parziale crollo, ma fortunatamente senza registrare vittime gravi.
In Myanmar, la giunta militare che attualmente governa il paese ha chiesto assistenza internazionale per far fronte alla tragedia. La giunta, che ha preso il potere con un colpo di stato nel 2021, sta affrontando enormi difficoltà nel gestire la situazione, con risorse limitate e un sistema sanitario già messo alla prova dalla pandemia e dai conflitti interni. La richiesta di aiuto internazionale arriva in un momento in cui il paese è segnato da violenze e instabilità politiche, ma la necessità di soccorsi umanitari è urgente.
In risposta alla richiesta del Myanmar, diversi paesi, tra cui la Thailandia, l’India e le nazioni occidentali, hanno espresso solidarietà e offerto aiuti, mentre le agenzie internazionali di soccorso, tra cui la Croce Rossa e le Nazioni Unite, hanno già messo in moto operazioni di emergenza per aiutare le persone colpite.
Gli esperti temono che il bilancio delle vittime possa continuare a salire nelle prossime ore, con il rischio che molti corpi rimangano sotto le macerie in attesa dei soccorsi. Le squadre di salvataggio sono al lavoro, ma la portata del disastro rende ogni operazione complessa e lunga. Nonostante le difficoltà, la speranza rimane che la cooperazione internazionale possa accelerare i tempi di recupero e portare un po’ di sollievo alle vittime di questa tragica catastrofe.
In Myanmar, come nel resto della regione, la comunità internazionale osserva con apprensione, sperando che i danni non siano irreparabili e che le vite possano essere salvate grazie agli sforzi congiunti.