Basta col riarmo dell’UE: 18 Paesi in piazza


Cresce la Mobilitazione Popolare in Europa: Manifestazioni da Nord a Sud Contro l’Aumento della Spesa Militare e l’Escalation Bellica.


In questi giorni, un’onda di proteste sta attraversando l’Europa. I cittadini di ben diciotto paesi sono scesi in piazza per esprimere con forza il loro dissenso. Queste manifestazioni sono contro la crescente militarizzazione dell’Unione Europea.

Dalle capitali ai piccoli centri, il grido unanime è chiaro: “Basta col riarmo!”.


La spinta verso un aumento della spesa militare e un maggiore coinvolgimento dell’UE in scenari di conflitto ha generato una forte preoccupazione tra la popolazione.

Le piazze si sono riempite di persone di ogni età ed estrazione sociale. Tutti erano uniti dalla convinzione che le risorse economiche debbano essere destinate a sanità e istruzione.

lotta al cambiamento climatico e politiche sociali, anziché all’acquisto di armamenti e al finanziamento di operazioni militari.


Tra i paesi in cui le manifestazioni hanno avuto maggiore risonanza si segnalano che le motivazioni alla base di questa mobilitazione sono molteplici e interconnesse.

Da un lato, si teme che un’ulteriore militarizzazione dell’UE possa inasprire le tensioni internazionali e aumentare il rischio di conflitti su larga scala.

Dall’altro, si critica la sottrazione di fondi a settori cruciali per il benessere dei cittadini, in un momento storico segnato da crisi economiche e sociali.


I manifestanti portano striscioni con slogan eloquenti come “Più welfare, meno armi”, “La guerra non è la soluzione”, e “Il nostro futuro non si costruisce con i cannoni”.

Le proteste non si limitano a semplici cortei. Spesso includono sit-in, dibattiti pubblici e iniziative di sensibilizzazione. Queste iniziative informano la cittadinanza sui pericoli di una politica estera sempre più orientata all’intervento militare.


Le richieste dei movimenti pacifisti e delle organizzazioni che promuovono queste mobilitazioni sono chiare:

un cambio di rotta radicale nelle politiche europee, con un deciso investimento nella diplomazia e nella risoluzione pacifica dei conflitti.

Si chiede un disarmo progressivo e la riconversione dell’industria bellica a produzioni civili. Inoltre, si chiede un impegno concreto per la cooperazione internazionale e la solidarietà tra i popoli.


Questa ondata di proteste rappresenta un segnale importante della crescente consapevolezza della società civile europea riguardo alle implicazioni di una politica di riarmo.

I cittadini chiedono a gran voce di essere ascoltati e di partecipare attivamente alla definizione del futuro dell’Unione Europea.

Questo futuro dovrebbe essere costruito sulla pace, la giustizia sociale e la prosperità per tutti, non sulla logica distruttiva della guerra.


Mentre le manifestazioni continuano in diverse città europee, resta da vedere quale sarà la risposta delle istituzioni dell’UE. Queste istituzioni devono rispondere alla crescente pressione popolare verso la Pace.