Papi e presidenti si succedono sulla scena del mondo, ma la “Mamma” rimane un faro incrollabile, un archetipo di amore e dedizione che risuona nelle profondità dell’anima umana.
Quando penso alle parole di Dante Alighieri, non posso fare a meno di credere che siano ispirata alla figura della madre.
Come scrisse il sommo poeta Dante Alighieri, “Amor mi mosse, che mi fa parlare” (Inferno, II, 72).
E non v’è amore più primordiale, più viscerale, di quello che lega un figlio alla propria madre.
È un vincolo indissolubile, un filo conduttore che ci accompagna e che continua a vibrare nelle scelte cruciali della nostra esistenza.
La parola “Mamma”, la prima parola che le nostre labbra imparano a modulare, racchiude in sé un universo di significati.
È rifugio, conforto, guida. È la mano che asciuga le lacrime infantili e il sorriso che incoraggia i primi passi incerti. Ma l’espressione più alta della maternità è la libertà di lasciar diventare chi si vuole essere.
Le mani della madre ci formano i tratti dell’anima e della coscienza, ci riconoscono, ci danno pace e ci restituiscono il concetto di limite, di finitezza, sono un argine a noi stessi.
È un totem con cui confrontarsi, fonte di affetto incondizionato, un pilastro emotivo a cui ci aggrappiamo anche quando il mondo intorno sembra vacillare, proprio come ci aggrappiamo alla mamma.
La maternità, nella sua infinita ricchezza, non si limita ai confini biologici, all’accudimento.
Esiste una miriade di donne che incarna lo spirito materno attraverso sentieri diversi.
Donne e tutti coloro che nutrono progetti con la stessa dedizione con cui allevano figli, che difendono diritti con la stessa passione con cui proteggono i propri cari, che seminano conoscenza e opportunità con la generosità di un cuore materno.
La loro è una maternità elettiva, una scelta consapevole di donare amore e cura al di là dei legami di sangue.
Nel Vangelo, la figura di Maria, madre di Gesù, si erge come un esempio sublime di dedizione e sacrificio.
Il suo “sì” umile e potente ha cambiato il corso della storia cristiana, un atto di amore materno che continua a ispirare generazioni.
L’amore materno, nella sua essenza più pura, è un sentimento universale che può germogliare inaspettatamente.
Può fiorire nell’abbraccio accogliente di un’anima affine, nello sguardo protettivo di un mentore, nel sostegno incondizionato di un amico, esattamente come fa la mamma.
La maternità è un atto di amore, un dono del cuore che non conosce genere né biologia.
In questo giorno sacro alla maternità, celebriamo ogni madre che, in ogni sua forma e maniera, incarna questo straordinario mistero di amore e cura.
Perché, al di là di ogni potere terreno, l’amore di una madre biologica, adottiva, spirituale rimane una forza primordiale, un’eco sacra che risuona per tutta la vita, tanto potente quanto l’immagine di una mamma in guerra, sotto le macerie .
Auguri a tutte le madri in questo tempo di cambiamento, di guerre e rivoluzioni tecnologiche, di difficoltà economiche e precarietà del lavoro.

