Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato oggi che la scadenza del 9 luglio per l’introduzione di nuovi dazi commerciali potrebbe essere “estesa o accorciata”.
L’affermazione, rilasciata da New York, aggiunge un elemento di incertezza ma anche di potenziale flessibilità ai negoziati in corso tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali, in particolare l’Unione Europea.
La data del 9 luglio è stata finora un punto fermo nelle discussioni sui dazi. L’amministrazione Trump aveva paventato l’imposizione di tariffe significative su una vasta gamma di prodotti europei. Inoltre, in misura minore, anche altri paesi sarebbero interessati. L’obiettivo dichiarato di tali misure è quello di riequilibrare la bilancia commerciale e proteggere l’industria manifatturiera americana.
Le parole del Presidente indicano che la Casa Bianca è aperta a diverse possibilità.
L’opzione di “estendere” la scadenza suggerisce la volontà di proseguire i dialoghi e cercare un compromesso. L’idea è di evitare un’escalation che potrebbe avere ripercussioni negative sull’economia globale. Diversi analisti hanno espresso preoccupazione per l’impatto di una guerra commerciale su vasta scala. Temono un rallentamento della crescita e un aumento dei prezzi per i consumatori.
D’altra parte, la possibilità di “accorciare” la scadenza, seppur meno probabile, non può essere esclusa. Questa eventualità potrebbe verificarsi nel caso in cui i negoziati dovessero arenarsi. Oppure se l’amministrazione Trump decidesse di adottare una linea più dura per accelerare la chiusura di accordi.
Parallelamente ai colloqui con l’Europa, Trump ha recentemente confermato di aver raggiunto un accordo commerciale con la Cina. Questo sottolinea la sua propensione a negoziare accordi bilaterali piuttosto che affidarsi a intese multilaterali. Questo modello ha già visto gli Stati Uniti siglare intese anche con il Regno Unito e con l’India in fase avanzata. Potrebbe essere replicato anche con altri partner.
La situazione rimane fluida e i mercati sono in attesa di segnali più concreti sull’esito dei negoziati. La politica commerciale di Donald Trump, caratterizzata da un approccio aggressivo e dalla volontà di rimettere in discussione gli equilibri esistenti, continua a tenere con il fiato sospeso le principali economie mondiali.
La dichiarazione odierna sulla flessibilità della scadenza del 9 luglio è un ulteriore segnale della dinamicità e dell’imprevedibilità che caratterizzano le relazioni commerciali sotto la presidenza Trump.
