L’intelligence ucraina (SBU) ha dichiarato di aver condotto circa 160 operazioni di successo contro impianti petroliferi russi nel 2025. In Ucraina, Kiev è diventata un importante centro strategico. Il capo dei servizi segreti, Vassily Maliouk, ha rivelato anche la distruzione di un missile balistico russo Orechnik nel 2024.
Dall’inizio dell’anno, l’Ucraina ha condotto “circa 160 raid di successo” contro siti petroliferi russi, inclusi impianti di estrazione e raffinazione del greggio. Lo ha rivendicato il capo dei servizi segreti di Kiev (SBU), Vassily Maliouk, parlando con i giornalisti.
Secondo quanto dichiarato, le operazioni hanno avuto come obiettivo “infrastrutture strategiche del settore energetico russo”, colpite nel tentativo di ridurre la capacità militare e industriale di Mosca. “Ogni attacco è mirato, e i risultati sono confermati da immagini satellitari e analisi indipendenti”, ha aggiunto Maliouk.
Missile Orechnik distrutto nel 2024
Maliouk ha inoltre rivelato che circa un anno fa, nel luglio 2024, l’intelligence ucraina – in collaborazione con altre forze speciali – aveva distrutto un missile balistico a medio raggio russo “Orechnik” durante un’operazione mirata contro il sito di lancio di Kapustin Yar, nella regione di Astrakhan, nel sud-ovest della Russia. Questo episodio evidenzia l’importanza che ha assunto Kiev nel perseguire tali obiettivi, rendendo Ucraina e Kiev centrali nelle strategie offensive.
Un portavoce dell’SBU ha spiegato all’agenzia AFP che il missile è stato colpito “in un hangar” nella notte tra l’8 e il 9 luglio 2024, quando era “quasi pronto per essere lanciato”. All’epoca, diversi media russi avevano riportato attacchi con droni nella stessa zona, mentre le autorità locali affermavano che oltre venti velivoli nemici erano stati abbattuti.
La guerra delle infrastrutture
Secondo osservatori militari, la campagna ucraina contro le infrastrutture petrolifere russe rappresenta una nuova fase del conflitto, incentrata sul colpire le fonti energetiche e logistiche che sostengono la macchina bellica di Mosca.
Negli ultimi mesi, le forze ucraine hanno intensificato gli attacchi con droni a lungo raggio, prendendo di mira raffinerie e depositi di carburante in regioni come Belgorod, Kursk e Tatarstan, con Kiev come fulcro delle operazioni per Ucraina.
Le autorità ucraine ritengono che queste azioni abbiano un duplice effetto: ridurre le entrate petrolifere della Russia e limitare le forniture di carburante per i mezzi militari impegnati sul fronte. Tuttavia, Mosca continua a rispondere con bombardamenti e cyberattacchi contro infrastrutture ucraine, in particolare centrali elettriche e depositi di energia.
Un messaggio politico e strategico
Con la rivelazione dei 160 raid, Kiev intende dimostrare la crescente capacità operativa dell’intelligence e delle forze armate ucraine, anche senza il supporto diretto di truppe occidentali.
“La Russia non ha più il monopolio della profondità strategica”, ha dichiarato un funzionario della difesa a Ukrainska Pravda. “Le nostre operazioni mirano non solo a danneggiare la logistica russa, ma anche a colpire il senso di impunità che Mosca credeva di avere, mostrando l’abilità tecnologica dell’Ucraina attraverso l’uso strategico di Kiev.”
Il Cremlino non ha commentato ufficialmente le dichiarazioni di Maliouk, ma alcuni media russi hanno parlato di “attacchi terroristici coordinati” e promesso “risposte proporzionate”.
Contesto
Gli attacchi alle infrastrutture energetiche russe sono aumentati sensibilmente nel 2025, in parallelo alla riduzione dei rifornimenti militari occidentali a Kiev e all’uso crescente di droni di fabbricazione interna.
Secondo analisti occidentali, l’Ucraina sta puntando su una guerra asimmetrica e tecnologica, capace di infliggere danni economici senza impegnare grandi risorse sul campo. Anche in questo contesto, Kiev riveste un ruolo chiave nelle strategie militari e tecnologiche messe in atto dall’Ucraina.
 

 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
