A La Spezia, un 13enne ottiene il cambio di sesso: è il più giovane in Italia a completare la transizione anagrafica

In una sentenza che segna un punto di svolta nella giurisprudenza italiana, il Tribunale di La Spezia ha autorizzato la rettifica del sesso anagrafico per un adolescente di 13 anni, rendendolo la persona più giovane in Italia a vedere legalmente riconosciuta la propria identità di genere maschile.


Il giovane, indicato con il nome di fantasia Giulio, è nato con sesso femminile ma ha manifestato sin dall’infanzia una chiara identità maschile. Il percorso di transizione è iniziato nel 2021, quando, con il sostegno della famiglia, ha intrapreso un iter psicoterapeutico seguito da una terapia farmacologica a base di triptorelina, sotto la supervisione dell’ospedale di Careggi.

A cogliere per prima i segnali del disagio vissuto da Giulio è stata la sorella gemella, che ha notato come il fratello si identificasse sempre più con comportamenti e tratti maschili. La famiglia ha accolto con naturalezza questa evoluzione, sostenendolo in ogni fase del percorso.


La decisione del tribunale


Il Tribunale di La Spezia ha accolto il ricorso presentato dai genitori, autorizzando la rettifica dell’atto di nascita e il cambio del nome al maschile. I giudici hanno riconosciuto la piena consapevolezza del minore e la coerenza del suo percorso, sottolineando l’importanza di intervenire precocemente per ridurre la sofferenza legata alla disforia di genere.

L’avvocato della famiglia, Stefano Genick, ha evidenziato come la sentenza rappresenti un passo importante nella tutela dei diritti dei minori transgender, dimostrando che anche in giovane età è possibile riconoscere e rispettare l’identità di genere vissuta.

Un precedente significativo


Questo caso rappresenta un precedente giuridico e sociale di grande rilievo. In Italia, i percorsi di transizione per i minori sono ancora rari e spesso ostacolati da ostacoli burocratici e culturali. La decisione del tribunale spezzino potrebbe aprire la strada a una maggiore sensibilità e attenzione verso le esigenze dei giovani transgender, promuovendo un approccio più umano e scientificamente fondato.

La sentenza ha suscitato anche un acceso dibattito pubblico, con reazioni contrastanti tra chi la considera un atto di civiltà e chi solleva dubbi sull’età del minore. Tuttavia, il caso di Giulio dimostra come, con il giusto supporto familiare e medico, sia possibile affrontare la transizione di genere in modo consapevole e rispettoso del benessere psicologico del minore.