Ecomafia in Campania. Dal report di Legambiente una drammatica fotografia del fenomeno

Nella regione campana 90 clan si spartiscono gli affari illeciti. Nelle provincie di Napoli e Salerno sono stati commessi il maggior numero di reati. Numerosi gli incendi rilevati negli impianti di trattamento, smaltimento e recupero.  

Continuano gli ecoreati in Campania nonostante la Pandemia. Anche nel 2020 nella regione del sud Italia sono stati accertati un numero impressionate di delitti ambientali: 5475. Una media di 15 al giorno. Il dato risulta essere in leggera diminuzione rispetto al 2019, anno in cui sono stati registrati 92 reati in più. Ma è in crescita invece il numero delle persone denunciate: 654, in aumento del 15,5%. In notevole incremento anche gli arresti, passati dai 24 del 2019 ai 50 del 2020, e i sequestri, arrivati a quota 131.

Le statistiche, fornite da Legambiente nel rapporto:”Ecomafia 2021. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, danno una triste rappresentazione della realtà in Campania. Una regione che risulta essere la prima in Italia per numero di ecoreati commessi in applicazione della legge 68 del 2015.

Protagonisti degli illeciti i 90 clan attivi in tutto il territorio, che insieme a imprenditori, funzionari e amministratori pubblici si spartiscono i proventi illegali delle attività criminali legate all’ambiente. I settori colpiti dal fenomeno sono quelli del cemento, dei rifiuti, dei traffici degli animali, delle energie rinnovabili e dell’economia circolare.

Dalla presidente di Legambiente Campania parole forti sulla questione

Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania ha fornito in una nota un commento deciso: “a fronte di una situazione inaspettata, causata da una drammatica pandemia, la criminalità ambientale non si è fatta trovare impreparata. E’ riuscita a tenere botta, sia nelle attività illegali, sia nel relativo businness, nonostante i colpi inferti da magistratura e forze di polizia. Il business dell’ecomafia minaccia gravemente il futuro della nostra Regione sottraendo risorse preziose all’economia legale, falsa il mercato e la competizione, impedendo un reale sviluppo economico e sociale del territorio a totale beneficio delle cosche criminali. Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro, a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingentissime risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)“.

I numeri del rapporto: una realtà impietosa

I dati forniti da Legambiente hanno segnalato come nel 2020 sono stati commessi 280 reati in applicazione della legge 68 del 2015, con 216 persone denunciate, 3 arrestate e 7 persone giuridiche coinvolte. Mentre i beni sequestrati presentano un valore stimato di 25 milioni di euro. La provincia dove sono stati accertati il maggior numero di atti criminali in ambito ambientale è quella di Napoli, con 1615 reati. In crescita, secondo l’associazione ambientalista, il numero di inchieste per corruzione nel settore: 65 quelle rilevate nel periodo compreso tra il 18 ottobre 2020 e il 15 settembre 2021. Ammontano a 277 le persone denunciate, mentre sono 194 quelle arrestate e 282 i sequestri.

 Il ciclo dei rifiuti e quello del cemento al centro delle attività criminali in ambito ambientale

Nel settore dei rifiuti, con 2054 delitti accertati, la Campania risulta essere la prima regione italiana per illeciti penali commessi. Le persone denunciate ammontano a 1947, 17 gli arresti, mentre i sequestri ammontano a 896. La provincia di Napoli con 522 reati raggiunge la prima posizione a livello nazionale in questo ambito.

Particolarmente critici risultano essere gli incendi agli impianti di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti, che secondo Legambiente si ripetono da anni.

Nel ciclo del cemento invece il dato relativo ai reati commessi in Campania risulta essere inferiore solo a quello della Sicilia. Il numero di delitti rilevati (1472) presenta una flessione del 12,9% rispetto al 2019, mentre il numero delle persone denunciate (1511) è cresciuto del 22%. Legambiente ha segnalato poi come solamente 1363 ordinanze di demolizione degli immobili su 6966 emesse in totale siano state eseguite dal 2004 al 2020.

In crescita gli incendi nella regione

Drammatica la situazione per quanto riguarda riguarda gli incendi dolosi, colposi e generici. La Campania risulta essere la regione italiana con il maggior numero di eventi incendiari, in crescita del 43%. La superficie percorsa dalle fiamme ammonta a 4326 ettari di superficie boscata e non boscata. I crimini accertati ammontano a 705, pari al 16,7% del totale a livello nazionale. Le persone denunciate per incendio doloso o colposo ammontano a 53. Quelle arrestate sono invece 5 e 4 i sequestri effettuati. La provincia di Salerno, con 335 tra incendi colposi, dolosi e generici, risulta seconda a livello nazionale per il numero di reati accertati in questo ambito.

Marco Orlando

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