Da qualche anno, esiste una piattaforma che permette di investire nella “pesca” della plastica dei mari ed acquistare prodotti con plastica recuperata.
Si chiama Ogyre, prima azienda in Italia che ha ideato un sistema virtuoso per ripulire i mari dalla plastica grazie all’aiuto dei pescatori.
Questi – regolarmente remunerati e sollevati dagli oneri di conferimento dei rifiuti causati da un buco normativo – “pescano” i rifiuti dal mare e li portano a riva, dove, con il contributo di alcune Ong, vengono stoccati per essere riciclati e trasformati in nuovo materiale. Con la plastica recuperata verranno infatti realizzati dei costumi da bagno “plastic-positive”, il cui ricavato sostiene il finanziamento dei pescherecci. Il nome della società nasce da “ocean gyre”, i vortici che formano immense isole di plastica.
Ma il vortice che genera la startup è la passione per il mare dei due soci fondatori, il 33enne Antonio Augeri – surfista ed imprenditore – ed Andrea Faldella, 39 anni, velista, 10 di lavoro in una multinazionale alle spalle. I due fondatori si ispirano ai princìpi di Treedom, che consente alle aziende di piantumare alberi nel mondo, compensando le proprie emissioni di CO2 e favorendo le microeconomie locali. Ogyre permette ai propri utenti di “raccogliere a distanza” i rifiuti dal mare e seguire online le attività di recupero da parte dei pescatori, che vengono remunerati per la loro attività. Ogni pescatore ha un volto ed una storia, ed il suo impegno per il mare viene fotografato e rendicontato ogni giorno. Questo coinvolge le persone ed è al tempo stesso uno strumento di comunicazione e marketing per aziende che perseguono obiettivi di Corporate Social Responsibility (CSR).
Racconta Antonio Augeri, “puntiamo a ripulire i mari. Abbiamo già coinvolto 80 pescatori che, dal Mediterraneo alle acque del Brasile e Indonesia, recuperano i rifiuti nelle reti, li differenziano a bordo e poi li riportano a terra per lo smaltimento da parte di ONG partner. Parte dei rifiuti, la plastica in particolare, sono reinseriti nel circuito del riciclo per dar loro nuova vita. Grazie alla nostra piattaforma coinvolgiamo aziende e persone, che supportano ‘a distanza’ direttamente uno o più pescatori, anche attraverso l’acquisto di prodotti in plastica rigenerata. Alle aziende proponiamo progetti di sostenibilità con cui contribuire alla salvaguardia degli oceani, anche coinvolgendo dipendenti e community”.
Il progetto funziona, anche finanziariamente: la startup italiana ha annunciato il suo primo aumento di capitale da oltre 500 mila euro. La raccolta è stata realizzata attraverso una campagna su Mamacrowd – la più importante piattaforma italiana per operazioni di equity crowdfunding che permette di investire nelle migliori startup e Pmi italiane – e vede anche la partecipazione di partner istituzionali come Illumia (che investe attraverso il veicolo Illumia Start) e B-Heroes, oltre a un pool di investitori privati.
I pescatori hanno formato un network di 80 pescherecci in tutto il mondo che si allarga di giorno in giorno. La presenza dei rifiuti in mare ha infatti pesanti ripercussioni economiche sulla loro attività perché la plastica riduce e contamina il pescato, danneggia l’attrezzatura e fa perdere preziose ore di lavoro. Senza dimenticare che i rifiuti marini tendono a frammentarsi in particelle sempre più piccole, generando le cosiddette microplastiche che hanno effetti devastanti su ambiente e salute. I pescatori vengono supportati per svolgere l’attività di ripescaggio e di trasporto a terra dei rifiuti: al porto alcuni partner responsabili sul territorio ritirano i rifiuti, li catalogano, li smistano e li smaltiscono correttamente. C’è poi tutto il sistema dedicato alle aziende, le quali possono scegliere tra una serie di pacchetti a partire dal finanziamento della raccolta di 100 chili di plastica, fino a quello da tremila a cinquemila chili.
“Chi partecipa, inoltre – ha aggiunto il co-fondatore – ha l’opportunità di ricevere i dati della raccolta necessari per il bilancio annuale di sostenibilità”. Tra le collaborazioni già attive, Illumia, Richemont e Velasca, per citarne alcune.
Tramite la piattaforma fishing for litter, tutti vengono tenuti aggiornati sui progressi delle operazioni, anche grazie al sistema di terra messo a punto. L’obiettivo di Ogyre è raccoglierne 4 milioni di chilogrammi entro il 2025 grazie a progetti di raccolta che coinvolgono aziende ed individui.