Lo scrittore ancora in ospedale, rischia di perdere l’occhio destro. I repubblicani attaccano. Minacce anche a Rowling, sei la prossima.
Salman Rushdie è stato staccato dal respiratore ed è ora di nuovo in grado di parlare. Lo annuncia la Bbc.
Lo scrittore, 75 anni, è stato accoltellato poco più di 24 ore fa durante il suo intervento in un convegno nello Stato di New York ed era in gravi condizioni di salute. A confermare la notizia è stato anche l’agente di Rushdie, Andrew Wylie, il quale ieri aveva parlato di danni al fegato, ai nervi di un braccio e soprattutto del rischio che lo scrittore potesse perdere un occhio.
Intanto cominciano a montare le polemiche sulla mancanza di protezione per un uomo che vive da oltre 30 anni sotto la minaccia dell’estremismo islamico.
La Casa Bianca ha condannato “l’orribile attacco” avvenuto su suolo americano e ha fatto sapere che prega per Rushdie. Nessuna informazione ufficiale sul movente dell’attacco ma l’aggressore, un 24ennne nato in New Jersey da genitori libanesi, sembra essere vicino all’estremismo sciita e ai pasdaran iraniani. L’ultimo aggiornamento sulle condizioni dell’autore dei ‘Versi Satanici’ risale ormai a diverse ore fa. E’ stato il suo agente, Andrew Wylie, a dare le informazioni via email. “Le notizie non sono buone. Salman è attaccato a un respiratore, in questo momento non è in grado di parlare”, ha fatto sapere l’agente dello scrittore rivelando che le sue condizioni sono più gravi di quanto si potesse immaginare. “Probabilmente perderà un occhio, i nervi del suo braccio sono stati recisi e il suo fegato è stato ferito e danneggiato”.
Il premier israeliano Yair Lapid ha condannato l’attentato allo scrittore Salman Rushdie negli Usa definendolo un attacco alla libertà e la conseguenza di anni di istigazione da parte dell’Iran. “L’attentato a Rushdie – ha sottolineato su Twitter – è un attacco alle nostre libertà e ai nostri valori. E’ il risultato di decenni di istigazione condotta dal regime estremista di Teheran. A nome del popolo di Israele gli auguriamo una piena e veloce guarigione”.
Salman Rushdie, iraniani felici per l’attacco allo scrittore
Dopo il premier britannico Boris Johnson e il presidente francese Emmanuel Macron, è arrivata anche la condanna del presidente americano. “Salman Rushdie, con la sua visione dell’umanità, con il suo impareggiabile senso per la storia, con il suo rifiuto di essere intimidito o messo a tacere, rappresenta ideali essenziali e universali. Verità. Coraggio. Resilienza. La capacità di condividere idee senza paura. Questi sono gli elementi costitutivi di qualsiasi società libera e aperta”, ha affermato Joe Biden in una nota. “Oggi riaffermiamo il nostro impegno nei confronti di quei valori profondamente americani in solidarietà con Rushdie e tutti coloro che sostengono la libertà di espressione”, ha sottolineato.
Nel comunicato sull’attacco a Salman Rushdie Joe Biden avrebbe dovuto esplicitamente puntare il dito contr l’Iran. Lo sostengono diversi senatori repubblicani che attaccano il presidente americano e gli chiedono di interrompere immediatamente i negoziati sul nucleare di Teheran. “L’Iran ha offerto una taglia a chi fosse riuscito a uccidere Salman Rushdie”, ha twittato il senatore repubblicano della Florida Marco Rubio. “E’ stato accoltellato in America. Perché Biden sta ancora negoziando un ‘accordo’ con questi terroristi a Teheran?”, ha attaccato riferendosi all’intesa sul nucleare iraniano che da mesi l’amministrazione Biden sta cercando di ripristinare. “I leader iraniani chiedono l’omicidio di Salman Rushdie da decenni”, ha twittato il senatore repubblicano dell’Arkansas Tom Cotton. E lo scrittore conservatore Gary Weiss ha definito “orripilante” la nota della Casa Bianca sull’attacco. “Non si parla minimamente della taglia dell’Iran sulla testa di Rushdie o della fatwa riconfermata nel 2005 e nel 2019”. Negli anni il governo di Teheran ha preso le distanze dalla fatwa lanciata dall’ayatollah Khomeini nel 1989. Sull’attacco allo scrittore non ci sono state reazioni ufficiali ma i media statali, come l’agenzia Fars, hanno esultato e augurato la morte a Salman Rushdie.
“Non ti preoccupare, sei la prossima”: è il messaggio indirizzato via Twitter alla scrittrice J.K. Rowling, che dopo l’attentato contro Salman Rushdie nello Stato di New York aveva espresso sulla piattaforma social la propria solidarietà allo scrittore.
La terribile replica è arrivata dall’utente Meer Asif Aziz, di origine pachistana e che si descrive come ‘studente e attivista’. L’autrice della saga di Harry Potter ha ironizzato sulle linee guida di Twitter contro l’incitamento all’odio dopo che la piattaforma non ha cancellato il commento dell’utente, già segnalatosi in precedenza per le sue posizioni estremiste. La minaccia ha scatenato numerose reazioni di condanna unite a inviti nel perseguirne l’autore. Nella discussione generata dal caso, alcuni utenti hanno fatto notare che il profilo non esiste più. Non è chiaro se finalmente sia intervenuta la piattaforma o se l’uomo abbia per primo eliminato il proprio account per paura di ritorsioni, come sostengono alcuni utenti.
In un lungo testo pubblicato dal “Journal du dimanche”, il filosofo francese Bernard-Henry Lévy chiede che il Premio Nobel per la Letteratura venga assegnato a ottobre a Salman Rushdie.
“Non riesco a immaginare nessun altro scrittore che oggi lo meriti più di lui. La campagna inizia ora”, scrive. Secondo le regole del Premio Nobel per la Letteratura, il massimo riconoscimento per uno scrittore, la lista dei cinque finalisti è già decisa da maggio.
La lista è confidenziale e quindi non è possibile sapere se Salman Rushdie, spesso preso in considerazione per il Nobel, ne faccia parte. L’annuncio del vincitore avverrà all’inizio di ottobre a Stoccolma.
“Questo scrittore punito per aver scritto, per trent’anni, testi liberi e che rendono liberi merita un risarcimento”, giudica Bernard-Henri Lévy nel lungo testo pubblicato dal “Jdd”, intitolato “L’immortalità di Salman Rushdie”.
Per il filosofo, “questo atto di terrore assoluto che, al di là del corpo pugnalato e dei suoi libri, equivale al terrore nei confronti di tutti i libri e tutte le parole del mondo, richiede una risposta eclatante”.