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Turchia: Erdogan, d’imperio, aumenta del 50% il salario minimo

Altro che concertazione, altro che confronti  estenuanti tra datori di lavoro e sindacati. In Turchia, quando non si trova un...

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Altro che concertazione, altro che confronti  estenuanti tra datori di lavoro e sindacati. In Turchia, quando non si trova un accordo per stabilire, soprattutto, nuove soglie salariali, interviene nientemeno che il presidente della Repubblica, Erdogan. Come ha fatto oggi, davanti allo stallo della trattativa, annunciando che dal 2023 il salario minimo aumenterà del 50%. Che, in concreto, aumenta il salario minimo mensile all’equivalente di quasi 430 euro. Una manna per i molti turchi che si sentono – a buona ragione – massacrati dall’inflazione che negli ultimi mesi + salita di oltre l’85% negli ultimi mesi, ma recentemente si è leggermente indebolita.                                                                                                                        Dopo l’intervento di Recep Tayyip Erdogan , quindi, il salario minimo mensile in Turchia salirà a 8.500 lire nell’anno prossimo. Inoltre, come ha detto il presidente in una conferenza stampa, il limite salariale minimo potrebbe essere nuovamente innalzato nel corso del prossimo anno.
“Come governo che ha aumentato il reddito e il benessere dei nostri lavoratori, non permettiamo che i diritti di nessuno vadano perduti. Esistiamo per la nostra nazione”, ha detto il presidente, aggiungendo (dopo avere premesso che il governo ”sta perseguendo una politica che protegge sia i diritti che gli equilibri”) che  ”abbiamo iniziato a raccogliere i frutti della nostra lotta per liberare il nostro Paese dalla morsa degli interessi, del tasso di cambio e dell’inflazione”.                                                                        Sul fronte della lotta all’aumento del costo della vita, il presidente turco ha detto: ”Siamo determinati a ridurre l’inflazione al 30% a metà anno e al 20% alla fine dell’anno. Chiediamo a tutti, di ogni ceto sociale, di fare i propri calcoli in base a questo obiettivo. Se ci imbattiamo in una situazione inaspettata, non esitiamo a fare un aggiustamento provvisorio come abbiamo fatto l’anno scorso. Come governo che ha aumentato il reddito e il benessere dei nostri lavoratori, non permettiamo che i diritti di nessuno vadano perduti”.

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