Fino a qualche tempo fa (tanto per indicare un termine generico, fino a quando la Brexit è diventata una realtà anche amministrativa), gli Eurostar, i treni che collegavano Europa e Gram Bretagna, viaggiavano quasi sempre al massimo della capacità. Oggi quello è un ricordo perché gli Eurostar, nelle ore di punta, sono quotidianamente costretti ad attraversare la Manica con centinaia di posti vuoti perché la polizia di frontiera britannica non è in grado di verificare velocemente la validità dei passaporti. Secondo i vertici di Eurostar, circa 350 posti sui 900 disponibili vengono normalmente lasciati invenduti sui primi servizi tra Londra, Parigi e Bruxelles nonostante “l’enorme domanda” per la forma più ecologica di viaggio internazionale. I passaporti britannici devono essere timbrati separatamente, anche per i viaggiatori che possono passare attraverso varchi elettronici, a causa della Brexit . Ai passeggeri viene detto di arrivare fino a 90 minuti prima rispetto all’orario di alcune partenze, ma le code che si registrano nelle stazioni significano ancora che non possono essere processati tutti in tempo, ha affermato l’amministratore delegato di Eurostar, Gwendoline Cazenave. Che, per chiarire meglio il problema, racconta la sua personale esperienza. Lei, che dirige il gruppo dall’ottobre 2022, spiega: ”Anche a me – che ho un permesso di lavoro, sanno chi sono – chiedono: ‘Cosa farai nel Regno Unito?’. Ci vuole quasi il 30% in più di tempo”. Ha quindi aggiunto che la domanda di viaggi nel Regno Unito è stata enorme, con il tempo libero “completamente tornato” e circa l’80-85% dei viaggiatori d’affari rispetto al 2019. “Il peccato è che non possiamo offrire abbastanza posti a causa di questi ritardi delle stazioni”, ha aggiunto.