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Governo: fuoco incrociato Francia-Spagna, gelo Meloni ‘mi attaccano perché in difficoltà’

Premier a Praga vede primo ministro e presidente Repubblica Ceca, sintonia su migranti, energia e Ue. Dal paese che ha...

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Premier a Praga vede primo ministro e presidente Repubblica Ceca, sintonia su migranti, energia e Ue.

Dal paese che ha dato i natali a Franz Kafka arriva l’auspicio che l’Europa possa presto compiere la sua ‘metamorfosi’, affrancandosi dalla dipendenza dal gas russo e rafforzando la propria autonomia energetica. Ma la visita di Giorgia Meloni in Repubblica Ceca diventa anche l’occasione per rispondere colpo su colpo alle aspre critiche al governo italiano che arrivano da Francia e Spagna su due temi cruciali: da una parte la gestione del fenomeno migratorio, dall’altra le politiche in materia di lavoro.

Accolta a Praga dal primo ministro Petr Fiala, la presidente del Consiglio non manca di evidenziare le tante questioni su cui si registra un “assoluto accordo” con l’omologo ceco, membro della famiglia dei Conservatori europei, di cui Meloni è presidente. A partire dall’approccio al tema migranti. Per l’inquilina di Palazzo Chigi è “inevitabile affrontare la questione a livello europeo” prima che investa il territorio dell’Unione. “Portare avanti una cooperazione non predatoria con i Paesi africani è lo strumento più serio per affrontare la crisi migratoria che stiamo vivendo”, spiega Meloni, secondo la quale occorre “spostare l’attenzione” sulla difesa dei confini esterni dell’Ue e lavorare sui rimpatri: punti su cui l’Italia – evidenzia ancora la premier – ha sempre incassato la solidarietà di Praga in sede di Consiglio europeo.

E anche nel corso delle dichiarazioni congiunte alla stampa, dal premier ceco arriva il sostegno alle ricette di Meloni: “L’Italia è un Paese colpito di più in Europa da questo fenomeno e la presidente Meloni arriva con moltissime proposte in Europa e noi queste proposte le appoggiamo perché abbiamo una visione uguale”, riconosce il primo ministro Fiala, che invoca una lotta “più decisa contro i trafficanti”. Sintonia tra la leader italiana e quello ceco anche sul dossier ucraino (“abbiamo ribadito il fermo e determinato sostegno alla causa ucraina” e “continueremo a farlo a 360 gradi finché sarà necessario”, ha assicurato la presidente del Consiglio) e su quello energetico, dove la collaborazione con l’Italia è “fondamentale” secondo il primo ministro della Repubblica Ceca. Meloni e Fiala convergono anche sulla possibilità di lavorare insieme alla riforma del Patto di stabilità: “Non possiamo immaginare”, dice il capo del governo, “che le nuove regole sul Patto stabilità” non tengano in considerazione gli investimenti necessari per la transizione verde e digitale, così come per la difesa. Sul futuro dell’adesione italiana all’accordo con la Cina sulla Via della Seta, Meloni invece temporeggia: “E’ una decisione che non abbiamo ancora preso, è un dibattito aperto sul quale credo che gli attori da coinvolgere debbano essere molti e a vari livelli, Parlamento compreso”.

Interpellata dai giornalisti a margine degli incontri istituzionali – per Meloni anche un faccia a faccia con il presidente ceco Petr Pavel al Castello di Praga, dopo un tour della Cattedrale di San Vito – la leader di Fdi interviene per replicare alle accuse di Stephane Sejourne, capo del partito di Macron Renaissance, che ha definito la politica di Meloni sui migranti “ingiusta, inumana e inefficace”. “Devo presumere siano discussioni legate alla politica interna. E’ l’unica spiegazione sensata a quello che sta accadendo. Non credo sia molto proficuo utilizzare le relazioni internazionali per risolvere i propri problemi di politica interna. Ognuno fa le scelte che vuole fare, io continuo a fare serenamente il mio lavoro”, risponde stizzita Meloni. Che rincara: “Queste dichiarazioni così aggressive fatte a favore di telecamera mi sembra che parlino all’opinione pubblica francese e secondo me segnalano anche qualche difficoltà”.

La Meloni nega Bilaterali.

Ma per la presidente del Consiglio “non ci sono problemi bilaterali tra Italia e Francia”. E a chi gli chiede se abbia sentito il presidente francese Macron per un chiarimento, la leader di Fdi prima risponde con vena polemica: “No, no, a me interessa quello che dicono gli italiani del lavoro che faccio”. Poi, in un secondo momento, Meloni smussa i toni e rimanda il confronto con il capo dell’Eliseo ai prossimi appuntamenti internazionali: “Immagino che vedrò Macron nei prossimi giorni perché c’è il G7 in Giappone, il Consiglio d’Europa a Reykjavik, quindi le occasioni per vederci saranno molte”.

Anche agli attacchi che arrivano dalla Spagna per bocca della vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Diaz, che ha accusato Meloni di aver approvato riforme “contro i lavoratori”, la premier dà la stessa lettura: “Si cita il governo italiano e si fa riferimento ai partiti dell’opposizione interna, quindi è un dibattito di politica interna. Il ministro del Lavoro spagnolo – insiste Meloni – parla di precarietà, ma mi pare si conosca molto poco la situazione, visto che l’Italia ha appena segnato il suo record storico come numero di occupati e il suo record storico di contratti stabili. Forse non si conosce bene il lavoro che sta facendo il governo italiano”. Da Praga, il trailer di quello che potrebbe essere il film della campagna elettorale per le europee del 2024.

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