Il Generale Haftar ha discusso con Putin la questione in Libia.
Missione a Mosca per il generale libico Khalifa Haftar, uomo forte dell’est, che, per la prima volta dal 2019, è stato ricevuto al Cremlino da Vladimir Putin. “Hanno discusso la situazione in Libia e nella regione in generale”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dando notizia dell’incontro di ieri. Haftar, che ha incontrato anche il ministro della Difesa, è da martedì a Mosca, dove ha visto anche il vice di Shoigu, Yunus-Bek Yevkurov, per la terza volta in un mese. Un intensificarsi di contatti, mentre il generale dopo il disastro di Derna prova a riposizionarsi al centro del ‘Grande gioco’ africano, che conferma come Haftar non abbia alcuna intenzione di fare a meno della Wagner, nonostante le pressioni degli americani.
Senza il gruppo di mercenari russi inviati in Cirenaica per sostenerlo nella fallita offensiva contro Tripoli nel 2019 e che restano lì (circa 1.500) per ‘curare’ gli interessi del Cremlino nella regione “Haftar non resiste”, sottolineano fonti libiche. Che mettono in risalto la tempistica della visita a Mosca: appena qualche giorno dopo aver ricevuto nel suo quartier generale di Bengasi il generale Michael Langley, a capo dell’Us Africa Command, e l’inviato speciale degli Stati Uniti in Libia Richard Norland.
Gli americani portavano un carico di aiuti umanitari dopo ‘l’11 settembre’ di Derna, dove migliaia di persone sono morte a causa delle inondazioni, come avevano già fatto i russi qualche giorno prima. “La visita a Mosca è un dito nell’occhio degli americani”, commentano le fonti, secondo cui evidentemente Haftar non ha ottenuto quello che voleva: le decine di miliardi che, in un continuo gioco al rialzo, chiede, ufficialmente, per il controllo dei confini meridionali. Soldi e aiuti che esige da tutti, anche dall’Italia e dalla Francia, ormai anche lei molto fredda con il generale.
In realtà il riavvicinamento a Mosca era già iniziato molto prima dell’apocalisse di Derna ed è legato al post golpe di Prigozhin di giugno ed al destino dei mercenari della Wagner in tutta l’Africa. Tra l’altro, per una strana coincidenza del destino, il primo incontro con Yevkurov è avvenuto il 24 agosto – all’indomani della morte del capo di Wagner in quello che è stato definito un ‘incidente aereo’ – giorno in cui il vice ministro della Difesa russo, dopo aver promesso aiuti e sostegno, ha regalato ad Haftar una pistola.
E ancora Yevkurov, noto ormai come l”Africano’, incaricato di gestire il post-Prigozhin nel continente, ha rivisto il generale il 17 settembre a Bengasi. Due giorni prima, il Wall Street Journal aveva rivelato che la Russia sta cercando un accesso per le sue navi da guerra nell’est della Libia, a Bengasi o Tobruk. Tutti pezzi di un mosaico che confermano quanto Mosca non abbia intenzione di mollare la presa sulla Libia e soprattutto da che parte voglia continuare a stare Haftar.
A Derna intanto tra una decina di giorni si potrebbero capire alcune cose: la conferenza sulla ricostruzione del 10 ottobre convocata dal governo dell’est del premier Osama Hammad potrebbe essere “un momento della verità” per vedere se si stanno creando nuovi equilibri in Libia. E se ci sarà spazio per una ricomposizione tra l’est e l’ovest per arrivare poi ad un accordo sulle elezioni: “Unitevi per rispondere a questa crisi”, è l’idea dell’inviato dell’Onu Abdoulaye Bathily.
Che qualcosa si stia muovendo, in un contesto in cui il governo di unità nazionale di Abdul Hamid Dbeibah è sempre più fragile, lo dimostra che alla conferenza del 10 potrebbero partecipare anche rappresentanti turchi, da sempre sponsor di Tripoli. Ma al di là del riavvicinamento a Mosca, a est resta sempre aperta la partita tra Emirati ed Egitto, che in casa Haftar viene giocata da due dei cinque figli del generale, Saddam, che ha al momento un ruolo più attivo, e Belkacem.