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Giustizia: lascia capo Gabinetto ministero, Rizzo chiede a Csm rientro in ruolo magistratura.

Caldo il clima che il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha trovato al suo ritorno da Atlanta, Stati Uniti, dove...

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Caldo il clima che il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha trovato al suo ritorno da Atlanta, Stati Uniti, dove ha guidato la delegazione italiana alla Conferenza Onu.

Il capo di Gabinetto del ministero della Giustizia, Alberto Rizzo, lascia il suo incarico. Ha infatti inviato al Csm la richiesta di rientro nel ruolo organico della magistratura. La domanda sarà esaminata dalla commissione competente per poi passare al voto finale in plenum. Rizzo, nominato dal ministro Carlo Nordio a ottobre del 2022, era presidente del Tribunale di Vicenza.

La toga Alberto Rizzo tornerà a fare il magistrato, esasperato dallo scontro con la vice GIusi Bartolozzi, ascoltatissima dal ministro. Per la sua sostituzione ci sarebbe una rosa di nomi e la stessa Bartolozzi.

Caldo il clima che il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha trovato al suo ritorno da Atlanta, Stati Uniti, dove ha guidato la delegazione italiana alla Conferenza Onu contro la corruzione. Il ministero di Via Arenula è attualmente un focolaio di tensioni sotterranee, principalmente a causa dell’attivismo della vicecapo di gabinetto, Giusi Bartolozzi. Come già riportato in precedenza, nonostante il suo ruolo di “vice”, Bartolozzi ha concentrato nelle sue mani tutte le decisioni cruciali del ministero, ignorando ogni principio gerarchico interno. Le incursioni di Bartolozzi nei dipartimenti e negli uffici di diretta collaborazione del ministro sono diventate inaccettabili per molti capi degli uffici. Nessuno, più per rispetto verso Nordio che per altro, ha intenzione di far scoppiare scandali. Così, nel silenzio, si organizza direttamente per la “grande fuga”. Alcuni dei dirigenti più importanti non vedono l’ora di lasciare il ministero della Giustizia.

Il primo a farlo, in modo paradossale, è il capo di gabinetto di Nordio, Alberto Rizzo, che è anche superiore di Bartolozzi. Stremato dalla situazione ingestibile con la sua “sottoposta”, Rizzo ha presentato ben tre domande al Consiglio Superiore della Magistratura per tornare in servizio (come presidente dei tribunali di Firenze o Modena, o come presidente della Corte d’appello di Brescia). Questo da solo sarebbe sufficiente a dare un’idea del clima irrespirabile a Via Arenula, ma non è abbastanza.

Anche Luigi Birritteri, capo del Dipartimento per gli affari di giustizia, nominato solo lo scorso febbraio, vuole andarsene e si è candidato per l’incarico di segretario generale del CSM. Anche lui non ha gradito le incursioni di Bartolozzi nelle decisioni che ricadevano sotto la sua competenza. Maria Rosaria Covelli, capo dell’Ispettorato generale del ministero, ha presentato domanda per essere nominata presidente della Corte d’appello di Napoli. Anche se la domanda è stata avanzata prima dell’arrivo di Nordio, è stata confermata dopo la nomina del nuovo Guardasigilli.

Secondo fonti di Via Arenula, Gaetano Campo, capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, sarebbe pronto a lasciare, non gradendo l’interferenza di Bartolozzi nella recente nomina di uno dei nuovi direttori generali del dipartimento, Stefano De Michele, presidente del tribunale di Tivoli. L’influenza di Bartolozzi nella procedura di nomina sarebbe anche la causa dell’insofferenza di Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

È evidente che questa situazione carica di tensioni ha dirette conseguenze sul funzionamento della struttura ministeriale, attualmente bloccata su alcune delle riforme chiave annunciate da Nordio all’inizio del suo mandato. Una sospensione non solo dovuta a decisioni politiche, ma anche a un’organizzazione composta da dirigenti desiderosi di andarsene.

Infine, diventano sempre più insistenti le voci che indicano il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, come interessato alla nomina come membro della Corte costituzionale. Dopo l’uscita di scena di Silvana Sciarra, alla fine dell’anno prossimo lasceranno altri tre giudici costituzionali di nomina parlamentare. Il Parlamento sarà quindi chiamato a nominare quattro nuovi membri. Il passaggio di Sisto dal governo alla Consulta non avrebbe precedenti storici e creerebbe tensioni a livello politico, a meno che il viceministro forzista non decida di lasciare prima l’incarico governativo, accettando comunque una scommessa rischiosa.

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