‘La riorganizzazione dell’emergenza-urgenza è solo un tassello di una riforma complessiva del Ssn che passa attraverso il potenziamento della medicina territoriale’
Oltre 50 audizioni, 15 riunioni di Commissione, un confronto aperto con gli ordini dei medici, società scientifiche, sindacati, associazioni e volontari: sono questi i numeri dell’indagine sulla grave situazione dell’emergenza urgenza, i cui risultati sono stati illustrati oggi dal Presidente della Commissione Affari Sociali e Salute, Ugo Cappellacci, in una conferenza stampa con il ministro della Salute Orazio Schillaci, il vicepresidente della Commissione Luciano Ciocchetti, il direttore generale di Agenas Domenico Mantoan e i rappresentanti di Siiet, Simeu, Assomed, Siaarti e Cittadinanzattiva.
“Siamo andati al cuore di un sistema complesso – ha sottolineato Cappellacci – per esaminare le criticità e proporre soluzioni condivise, consapevoli che ogni piccolo cambiamento si riverbera sul funzionamento dell’intero sistema sanitario. L’attenzione del Governo e del ministro ha consentito di andare oltre una mera ricognizione per porre in essere le prime azioni. Come per la questione sottolineata da tutti gli auditi ovvero il personale: con una mancanza di oltre 4.500 medici e circa 10.000 infermieri, il sistema è sotto pressione costante”.
I “provvedimenti sulle retribuzioni, sugli incentivi, sulla sicurezza – ha aggiunto Cappellacci – sono il principio di un percorso fondamentale per rendere più appetibili le professioni mediche. Anche sul fronte delle liste d’attesa gli incentivi per chi contribuisce ad abbatterle e le risorse messe a disposizione anticipano l’imminente varo del nuovo Piano per la gestione delle stesse. Altra questione è la mancanza di posti letto e il lento turnover aumentano i tempi di permanenza in Pronto soccorso, creando ulteriori ingorghi. L’attenzione si è concentrata sulla riorganizzazione dell’emergenza urgenza, sull’adozione di modelli che prevedano percorsi alternativi per le ‘urgenze minori’ e sull’efficientamento del triage per calibrare la presa in carico sulle effettive esigenze del paziente e limitare gli accessi impropri”.
Ma la soluzione per l’emergenza-urgenza “va considerata un tassello di una riforma complessiva del Sistema sanitario che passa attraverso il potenziamento della medicina territoriale e delle cure domiciliari con gli Ospedali di Comunità e le Case di comunità – evidenzia il parlamentare di Forza Italia – Inoltre, la telemedicina può migliorare la gestione delle malattie croniche e ridurre gli accessi non necessari. Questo percorso è cominciato con il Pnrr e il tavolo per la revisione dei Dm 70 e Dm 77. Prende forma un nuovo modello che supera una visione ospedale-centrica, che riporta i servizi sanitari nel territorio e nelle case e che riporta gli ospedali al loro ruolo di cura delle acuzie e delle emergenze. Questa missione non appartiene solo alla maggioranza ma a un’intera comunità nazionale che deve ripartire proprio da dove si è fermato il mondo, dal diritto alla salute” conclude.