NEWS > 10 Luglio
DUEMILA24

“Non possiamo scrivere nulla che non sia noi stessi”.

Intervista allo scrittore Nicolò Catena. Il fantasy è uno dei generi letterari più amati dalle nuove generazioni perché fonde la...

IN QUESTO ARTICOLO

Intervista allo scrittore Nicolò Catena.

Il fantasy è uno dei generi letterari più amati dalle nuove generazioni perché fonde la dimensione dell’immaginario con quella del reale che riguarda tutti noi, creando una dimensione inedita che consente di riflettere su tematiche esistenzialiste.

Ne abbiamo piena testimonianza leggendo il romanzo “The Silence Corporation” di Nicolò Catena, Edizioni La Lupa.  Scritto ad arte a soli quattordici anni, alla cui età il giovane scrittore pescarese già dimostrava una forte passione nei confronti della scrittura, è stato recentemente pubblicato dalla casa editrice abruzzese, diretta da Patrizia Lupini.

Lo stile di Nicolò Catena incanta il lettore grazie ai suoi personaggi ben delineati e alle suggestive immagini che crea con talento e creatività nel narrare un mondo dai contorni onirici nel quale immergersi a pieno per intraprendere un viaggio tra gli archetipi dell’anima. Un libro che si colora di mistero, fascino, intrigo e paura. È capace di far provare innumerevoli emozioni contrastanti nelle quali rintracciare parti del proprio vivere.

Tante le tematiche affrontate come il duello tra Bene e Male, il rapporto tormentato tra Uomo e Tempo e la ricerca della Verità in mezzo a tanto Caos, oscurità, sovrastrutture e maschere.

Di com’è nata l’ispirazione per The Silence Corporation e della passione per la scrittura e soprattutto il genere fantasy conversiamo con l’autore in questa esclusiva intervista.

Partiamo dall’origine, com’è nata l’ispirazione per scrivere The silence Corporation?

L’idea del libro è nata in un gioco di ruolo come una semplicissima trama che si reggeva a malapena su Draedon e Zouna, personaggi che avrete modo di conoscere tra le pagine del romanzo. Dopo poco è finita nel dimenticatoio, ma ecco che l’estate dello stesso anno è rifiorita, trasformandosi in un progetto più elaborato.

È stato il genere fantasy a scegliere te o viceversa?

Ho sempre apprezzato il sovrannaturale in ogni sua forma, l’ho sempre ricercato come se avessi bisogno di nutrirmene, quindi credo proprio di averlo afferrato io.

Nel tuo libro finzione e realtà si fondono. C’è una linea di confine tra queste dimensioni secondo te e qual è?

Non possiamo scrivere nulla che non sia noi stessi, anche se in parte minima. Chi crede che i generi fantastici siano mero escapismo commette un grosso errore: sono un modo sublime per raccontare le verità più autentiche, facendole esperire al lettore attraverso le più grandi metafore che si possano ideare.

Il duello tra Uomo e Tempo è una delle tematiche che affronti. Che rapporto hai tu col tempo e qual è il tuo concetto personale?

Ho sempre creduto fermamente in una cosa, ovvero che tutto sia prevedibile, e che il libero arbitrio sia solo apparente; cambia solo il grado di “complicatezza” dei processi fisico-chimici. Detto ciò, il tempo è una trama già predestinata dalla sua scintilla primigenia, che non può che andare nella direzione in cui sta andando.

C’è un personaggio del tuo libro al quale sei più legato e perché?

Probabilmente Draedon, perché è stato il primo personaggio che ho creato e perché ha tanto, tanto di me, più avanti nella storia. Come dicevo nella risposta precedente, non si può scrivere ciò che non si è, ma soprattutto, il genere fantastico è un modo per esprimere verità in modo diverso.

Il libro è stato scritto all’età di 14 anni. Da allora quanto è cresciuto artisticamente Nicolò Catena?

Incommensurabilmente, seppur alcune fondamenta siano rimaste solide e radicate. Avrei potuto riscrivere il libro da capo, considerando questa crescita, ma non avrebbe avuto senso; in questo modo sarà evidente la crescita tra il primo e il secondo romanzo. Lascerò che il primo sia una… testimonianza del mio punto di partenza.

A chi consigli la lettura di The Silence Corporation?

A chiunque voglia sbirciare oltre il Velo di Maya delle ovvietà. E a chi vuole vedere un ripido percorso iniziare, soprattutto, perché è solo l’inizio.

CONDIVIDI

Leggi Anche