Le morti sospette, l’indagine che si infittisce e le teorie complottiste: il naufragio del superyacht di Mike Lynch lascia un alone di mistero su una tragedia che sfida la logica.
Il naufragio del veliero Bayesian solleva numerosi interrogativi che lasciano spazio a perplessità, soprattutto riguardo alle circostanze che hanno portato alla morte delle persone coinvolte. In particolare, è cruciale sottolineare l’importanza del processo investigativo e delle persone direttamente coinvolte nell’incidente, poiché emergono elementi che rendono ancora più oscuro il quadro della tragedia.
Le cause del naufragio restano avvolte nel mistero, con una dinamica che necessita di essere chiarita a fondo. L’affondamento del Bayesian, avvenuto nelle prime ore di lunedì al largo di Porticello, sulla costa palermitana, è stato particolarmente tragico per via della violenta tempesta che imperversava in quel momento. A bordo del veliero, lungo 56 metri con un imponente albero maestro in alluminio di 75 metri, viaggiavano 22 persone, tra cui 10 membri dell’equipaggio e 12 passeggeri. Soltanto 15 sono state tratte in salvo, mentre sei risultano ancora disperse. Il corpo del cuoco è stato recuperato, lasciando aperte dolorose domande sul destino degli altri scomparsi.
Gli stessi superstiti, ospitati in un albergo poco lontano dal porto in attesa di essere ascoltati dalla Procura di Termini Imerese, che ha aperto un’indagine per naufragio colposo, hanno parlato di un lasso di tempo dai tre ai cinque minuti dal momento in cui la barca è stata sollevata dalle onde del mare fino a quando è affondata. Tuttavia, né il video disponibile, che è di scarsa qualità a causa del buio e del maltempo, né le poche informazioni fornite dai superstiti, ancora sotto shock, aiutano a chiarire cosa sia realmente accaduto.
Mentre i sommozzatori continuano la loro ardua ricerca dei dispersi, presumibilmente intrappolati nelle cabine dell’imbarcazione affondata a 50 metri di profondità, si intensificano le speculazioni sulle cause del naufragio. Ci si chiede come un veliero così imponente e tecnologicamente avanzato, progettato per resistere a condizioni climatiche estreme, abbia potuto colare a picco in pochi minuti. L’unica testimonianza visiva dell’accaduto proviene da una telecamera di videosorveglianza di una villa vicina, che mostra l’albero maestro della barca scomparire rapidamente nella tempesta.
Partendo dalle poche informazioni certe, il maltempo che ha colpito l’area nella notte tra domenica e lunedì era previsto, ma non ci si aspettavano venti così forti. Una possibile causa potrebbe essere stata una tromba marina, un fenomeno atmosferico sempre più frequente nel Mediterraneo a causa dell’innalzamento delle temperature delle acque, oppure un downburst, una violenta raffica di vento che può superare i 100 chilometri orari.
La mattina del 19 agosto, alcuni pescatori di Porticello hanno riferito di aver visto una tromba marina durare circa dodici minuti. Questo tipo di evento può rappresentare un pericolo grave per le imbarcazioni, con il rischio di rottura dell’albero maestro. Tuttavia, le imbarcazioni moderne, come il Bayesian, sono costruite con elevati standard di sicurezza e sono dotate di sofisticati sistemi di navigazione e di emergenza, che normalmente impediscono un affondamento in caso di maltempo. Inoltre, l’albero maestro del Bayesian, progettato per resistere in condizioni avverse, era stato sottoposto a manutenzione solo quattro anni fa.
Nonostante ciò, la prima ipotesi che si è diffusa riguarda proprio la rottura dell’albero maestro, basata su quanto riferito dal comandante della nave che ha portato in salvo i quindici passeggeri. Si suppone che la rottura dell’albero possa aver causato danni allo scafo, facendo inclinare la barca e provocando il suo affondamento.
Tuttavia, una fonte informata sulle indagini ha riferito che i sommozzatori scesi a ispezionare il relitto hanno trovato l’albero maestro intatto, con tutti i suoi 75 metri di altezza, e lo scafo dell’imbarcazione senza falle visibili, con boccaporti chiusi e vetrate integre. Questo solleva ulteriori domande: cosa ha davvero fatto inabissare il Bayesian?
Una delle ipotesi è che l’imponenza e la velocità dell’acqua siano state tali da non lasciare tempo al sistema di emergenza di bordo per “sigillare” l’imbarcazione quando l’acqua ha iniziato a entrare. Un’altra teoria suggerisce che un gigantesco muro d’acqua abbia sollevato il veliero da poppa, facendo puntare la prua verso il fondale in pochi istanti. Alcuni suggeriscono anche un errore umano, poiché gli skipper di barche a vela con alberi eccezionalmente alti tendono a evitare di ancorarsi in rada in caso di previsioni di venti forti. È stato prudente ancorarsi in quella zona con l’allarme meteo in corso?
Secondo Perini Navi, il cantiere navale che ha prodotto il veliero, il Bayesian era dotato di una chiglia sollevabile, un sistema che riduce la profondità dell’imbarcazione per facilitare l’ingresso in porti poco profondi. Se la chiglia fosse stata in posizione sollevata anziché completamente estesa, ciò avrebbe potuto compromettere la stabilità della barca in caso di vento forte.
Oltre a queste ipotesi tecniche, il naufragio del Bayesian è circondato da una serie di coincidenze inquietanti, legate alla storia dei suoi passeggeri. Il superyacht era di proprietà di Angela Bacares, moglie del magnate della tecnologia britannico Mike Lynch, disperso insieme alla figlia 18enne Hannah, al suo legale Chris Morvillo e al presidente della Morgan Stanley International, Jonathan Bloomer, con le rispettive mogli. Si dice che la vacanza in Sicilia fosse un modo per celebrare la recente assoluzione di Lynch in un caso di frode, un momento di festa per lui e per le persone che gli erano state vicine durante il lungo calvario giudiziario.
Un’altra coincidenza assurda è la morte di Stephen Chamberlain, amico e uomo di fiducia di Lynch, avvenuta 48 ore prima del naufragio. Chamberlain è stato investito mentre faceva jogging e, nonostante sia stato ricoverato ancora vivo, è morto in ospedale per le ferite riportate. Questa sequenza di eventi ha scatenato numerose teorie complottiste, alimentate dai legami tra Lynch e i servizi segreti di vari paesi, in particolare quelli israeliani, attraverso le sue società di sicurezza informatica.
Alcuni ritengono che Lynch e Chamberlain siano stati uccisi, senza però chiarire da chi e perché, mentre altri suggeriscono che la morte di Lynch sia stata inscenata per permettergli di fuggire, magari a bordo di un sottomarino. Questo insieme di coincidenze è talmente sorprendente da evocare scenari degni di un dramma shakespeariano.
Un amico di lunga data di Lynch, l’imprenditore Brent Hoberman, ha commentato che questa tragedia sembra una sorta di “tragedia shakespeariana”: qualcuno che, dopo 12 anni di lotte per difendere il proprio nome, appena riabilitato, parte per festeggiare con i suoi cari e finisce vittima di un disastro di proporzioni straordinarie. Nonostante tutto, Hoberman si aggrappa alla speranza di un “clamoroso secondo atto” e prega per un miracolo, alimentando la remota ipotesi, riportata da alcuni media britannici, che i dispersi possano essere ancora vivi grazie a una “bolla d’aria” interna allo scafo.