“Giorgia Meloni difende l’indifendibile e ancora una volta non mi rimane che rivolgermi all’autorità giudiziaria”. Angelo Bonelli ha depositato al posto di Polizia della Camera dei deputati un esposto alla Procura della Repubblica sul caso Sangiuliano-Boccia. “Nella ricostruzione del ministro c’è qualcosa che non torna. E’ evidente la fragilità della sua ricostruzione”, ha spiegato il leader dei Verdi entrando al posto di Polizia.
L’esposto di Bonelli fa riferimento ai reati di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio con, come allegati, una serie di articoli stampa e il materiale social pubblicato dalla Boccia. “Ho visto l’imbarazzante intervista di Sangiuliano, non deve chiedere scusa alla Meloni e alla moglie ma agli italiani perchè accreditare una persona che non aveva nessun ruolo utilizzando servizi dello Stato, andando ospite di organizzazioni e amministrazioni locali, facendo in modo che la dottoressa Boccia venisse a conoscenza di atti riservati della Pubblica amministrazione sono fatti di una gravità inaudita”, ha spiegato Bonelli.
“Nella ricostruzione del ministro c’è qualcosa che non torna. Lui dice che le prenotazioni le ha fatte lui ma la Boccia ha pubblicato la mail del capo segreteria del ministro con le carte di imbarco dei voli aerei fatte dalla segreteria del ministero -ha aggiunto Bonelli-. Sono stati ospiti di amministrazioni locali e organizzazioni che ricevono denaro pubblico: a che titolo invitavano la Boccia? Per la relazione con il ministro? Dubito. O pensavano che si trattasse di un membro dello staff del ministero? Il ministro non ha risposto ed è evidente la fragilità della sua ricostruzione”.
Caso Sangiuliano, Boccia: “Ricatti? Da chi occupa palazzi del potere”
“Durante questa vicenda, ho inizialmente mantenuto il silenzio stampa per rispetto delle istituzioni. Ho scelto di parlare solo quando il vaso delle menzogne era ormai colmo, limitandomi a contestare le falsità per difendere la verità. Oggi vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo. In questo contesto, il potere ha spinto il Ministro alle dimissioni per poi respingerle, all’interno di una strategia cinica volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale”. Lo scrive Maria Rosaria Boccia sui social, tornando sulla vicenda che ha coinvolto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“Non sono io a esercitare ricatti o pressioni; altri hanno sfruttato con mentalità meschina una vicenda umana che sta avendo ripercussioni dolorose su di me. Sto difendendo la mia dignità e il mio modo di essere donna. Sono stata ingannata, ma non permetterò che la mia storia venga strumentalizzata dal cinismo, dall’arroganza e dal capriccio di un potere tirannico. La stampa mi ha definita in molti modi: influencer, accompagnatrice, sartina, ‘una che si vuole accreditare’, millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspirante collaboratrice, consolatrice, badante, e ‘un amore culturale’. Ma chi ha davvero fatto gossip: io, lui, o ‘l’altra persona’, sfruttando un momento strategico per il Paese?”, chiede Boccia.