Regionali in Emilia-Romagna e Umbria: Centrosinistra avanti, ma in Umbria è testa a testa

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Le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria si sono concluse con lo spoglio iniziato oggi alle ore 15.

I primi dati suggeriscono scenari contrastanti: se in Emilia-Romagna il centrosinistra appare saldamente in testa, in Umbria la competizione tra i candidati è serrata, con un vantaggio minimo per la candidata di centrosinistra Stefania Proietti.

Emilia-Romagna: De Pascale domina
La prima proiezione, basata su un campione del 7%, conferma un risultato netto per il centrosinistra. Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, guida con il 56,7%, mentre la candidata del centrodestra, Elena Ugolini, si ferma al 39,4%. La seconda proiezione, aggiornata al 19% del campione, non cambia la situazione: De Pascale mantiene il 56,5% e Ugolini il 39,8%. Il Partito Democratico, principale forza politica della regione, si conferma leader con il 41,5%, mentre Fratelli d’Italia si attesta al 23%, seguito da Alleanza Verdi e Sinistra al 5,4% e dalla Lega al 4,9%.

Un dato rilevante riguarda l’affluenza: solo il 46,42% degli elettori si è recato alle urne, un calo drastico rispetto al 67,27% registrato nella precedente tornata del 2020. Bologna e Ravenna, con affluenze del 51,67% e 49,72%, rispettivamente, registrano i migliori risultati, mentre Rimini si ferma al 40,73%.

Umbria: testa a testa tra Proietti e Tesei
In Umbria la competizione è molto più serrata. I primi exit poll hanno indicato un vantaggio risicato della candidata del centrodestra, Donatella Tesei, presidente uscente, con una forbice tra il 46,5% e il 50,5%, contro il 46%-50% della sfidante del centrosinistra, Stefania Proietti. La prima proiezione ufficiale (copertura del 7%) ha poi invertito la situazione, con Proietti al 48,5% e Tesei al 48,3%. La seconda proiezione Swg-La7, aggiornata al 20% del campione, ha confermato un margine minimo, con Proietti ancora leggermente avanti (48,5% contro 48,3%).

Anche in Umbria, l’affluenza è stata bassa: il dato definitivo si è attestato al 52,3%, in forte calo rispetto al 64,69% delle regionali del 2019. Nella provincia di Perugia ha votato il 53,02%, mentre a Terni si è raggiunto il 50,16%. L’affluenza particolarmente bassa riflette un generale disinteresse degli elettori, evidenziato anche dai dati parziali di ieri sera, quando solo il 37% degli aventi diritto si era recato alle urne.

I possibili scenari politici
I risultati finali, che emergeranno nelle prossime ore, potrebbero influenzare gli equilibri politici nazionali. In Emilia-Romagna, la conferma di De Pascale rafforzerebbe la leadership del Partito Democratico, consolidando la regione come roccaforte del centrosinistra. In Umbria, invece, un’eventuale vittoria di Stefania Proietti rappresenterebbe un’importante inversione di tendenza rispetto al 2019, quando la regione passò al centrodestra con Donatella Tesei.

Le reazioni dei partiti
Nel frattempo, i principali partiti osservano con attenzione l’evoluzione dello spoglio. Il Partito Democratico esulta per i primi dati dell’Emilia-Romagna, mentre Fratelli d’Italia minimizza la performance sotto le aspettative, sottolineando che si tratta di elezioni locali con dinamiche specifiche. La Lega e Forza Italia, invece, registrano un calo significativo in entrambe le regioni, sollevando dubbi sulla loro capacità di attrarre consensi in coalizione.

Considerazioni finali
Queste elezioni regionali, pur svolgendosi in un clima di generale disaffezione degli elettori, rappresentano un test cruciale per le coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Con Emilia-Romagna e Umbria storicamente in bilico tra le due aree politiche, i risultati definitivi contribuiranno a delineare il panorama politico italiano in vista delle prossime elezioni generali.