Il Conte di Montecristo, su Rai 1 ha trionfato la fiction ispirata al romanzo di Alexandre Dumas

Una rilettura audace e di grande impatto visivo:

Cala il sipario sulla storia di Edmond Dantes (interpretato da Sam Clafin) e la sua umana vendetta che non passa mai di moda

Nel corso della serata di lunedì 3 febbraio, su Rai 1 è calato il sipario su una tra le fiction più amate e di successo che sono state trasmesse in tv nel corso dei primi mesi del 2025. Stiamo parlando del nuovo adattamento de Il Conte di Montecristo. Con più di 5 milioni di spettatori e con un engagement di grande impatto sui social (soprattutto su X), la fiction si è rivelata un vero e proprio fenomeno per Rai 1. Liberamente ispirata al celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas – pubblicato a puntate su Journal des Dèbates nel lontano 1844 –, la fiction prende il cuore della storia di Edmond Dantes e costruisce un racconto di rara bellezza e profondità, pennellando un’umana vendetta consumata nel tempo, senza dimenticare di gettare uno sguardo alla Parigi post napoleonica e a un mondo che si affaccia al progresso.

Il Conte del titolo è stato interpretato da un convincente Sam Clafin (visto, tra l’altro, al cinema anche nella trilogia di Hunger Games) che ha regalato al personaggio dei contorni austeri ma romantici. Una fiction che parla anche italiano dato che, in un cast di volti noti del panorama europeo, hanno partecipato anche diversi attori del nostro Paese come Gabriella Pession, Lino Guanciale e Michele Riondino. Al netto di una storia che si sposa con tutte le “epoche storiche” e al netto di una messa in scena molto convincente, perché la fiction è stata di così grande successo? Perché è riuscita a convincere lì dove altri hanno perso?

Il conte di Montecristo: una storia di umana vendetta

Tutti, nel bene o nel male, conosciamo la storia di Edmond Dantes. Il cinema come la tv, più volte ha saputo raccontare la vendetta di un uomo che è stato accusato ingiustamente di un crimine politico che non ha mai commesso. Tutte le volte, però, i contorni stessi della vicenda si piegano agli usi e consumi della fiction, che prende le sue vie, che imbocca strade diverse e che “scrive” un nuovo finale alla vicenda del Conte. Ciò che è stato visto su Rai 1 è un fenomeno molto particolare.

Pur prendendo le distanze – in alcune parti – dal grande romanzo di Dumas, la storia ha saputo mettere in scena un racconto teso, coinvolgente e austero su un uomo dal grande fascino che, logorato da una rabbia profonda, si è insinuato nella nobiltà francese tessendo la sua tela. Il Conte di Montecristo, e in special modo l’adattamento di Rai 1, si è liberato da tutti i toni romantici del romanzo, puntando più a un racconto umano e febbrile di un uomo in cerca della sua vendetta e della sua redenzione. Sam Clafin, superando qualsivoglia aspettativa, ha prestato il volto a un personaggio scaltro ma umano, disposto a tutto, persino a perdere se stesso, pur di veder cadere i suoi aguzzini.

Quella critica (sagace e pungente) al sistema giudizio francese

Oltre all’estetica, oltre alla fotografia immanente e oltre a una ricostruzione minuziosa degli usi e costumi della Francia del 1800, questa versione de Il Conte di Montecristo riesce a conservare l’anima più pura del romanzo. Quando è stato scritto per la prima volta, Dumas si è ispirato a un fatto realmente accaduto ma, più di tutto, la sua intenzione è stata quella di criticare (con asprezza) il sistema giudiziario della Francia, da lui ritenuto fin troppo fallace. Ma, non potendo scrivere un’opera chiaramente politica dato che non era ben vista nella Francia post Il Terrore, l’autore ha ben pensato di farlo attraverso gli occhi di Dantes.

Lui, rimasto invischiato in un torbido gioco di amore e di inganni, più di tutti ha rappresentato il malcostume di una società che si accanisce sui più deboli, nascondendo invece il marcio sotto toghe illustri e falsamente perbeniste. Una vendetta umana, mascherata da satira sociale che, poi, ha fatto il successo del libro. Pubblicato per ben due anni senza interruzioni, Il Conte di Montecristo è diventato un vero e proprio classico della letteratura.

Una vendetta che “non passa mai di moda”

Anche se è un romanzo storico e che è ambientato in un ‘epoca a noi lontana, Il Conte di Montecristo e la sua vendetta è una storia attualissima nei modi e nel linguaggio. Questo spiega il motivo per quale il successo è perpetrato nel tempo senza mai perdere il suo smalto. La storia di Edmond può essere riletta sotto diversi punti di vista, ma tutte le volte funziona perché è universale e perché è capace di raccontare i tempi che furono senza smettere di riflettere sui tempi più moderni.