Mafia: i pm a caccia di informatori dei boss, ‘così avvertivano i clan di blitz imminenti’.

Mafia: i pm a caccia di informatori dei boss, 'così avvertivano i clan di blitz imminenti'. Mafia: i pm a caccia di informatori dei boss, 'così avvertivano i clan di blitz imminenti'.
Arresti a Palermo i mafiosi volevano scappare dall'italia.

I pm della Dda di Palermo, guidati dal Procuratore Maurizio de Lucia, a caccia di informatori dei clan mafiosi che avvertivano di blitz imminenti. E’ quanto emerge dalla maxioperazione antimafia che oggi ha portato all’arresto di oltre 180 persone. Come rivelano le carte il boss Antonino Gagliardo, considerato il tramite fra il mandamento di Bagheria e quello di Brancaccio, il 7 novembre 2023 informò un altro mafioso di aver appreso di tre imminenti operazioni di polizia (“tre zampate … tre camurrie”) previste per ” fine anno”. Ecco perché aveva già provveduto a fare scomparire alcune cose. Poi, il 12 gennaio 2024 altra rivelazione di informazioni riservate. “Giochi di fuoco … dal ventuno al ventitré”, si sente nelle intercettazioni.

Mafia: maxioperazione Palermo, folla di parenti degli arrestati davanti alla caserma

Fin dalle prime luci dell’alba decine di persone, i parenti delle 180 persone arrestate nel blitz antimafia, si sono posizionate davanti all’ingresso della caserma dei Carabinieri Carini di Palermo in attesa di salutare i propri cari. I carabinieri, che presidiano la zona, hanno sistemato delle transenne.

Italia per noi diventata scomoda, me ne vado’, i boss pronti alla fuga**

“Me ne devo andare da qua… devo cambiare la residenza… me ne vado…. – diceva – a me quello che mi potrebbe colpire sono la mia famiglia, ma se io ce li ho accanto posso essere sperduto in un pizzo di montagna, sono a posto. Io me ne vado..! L’Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare perché non intendo assolutamente perdere quello che ho creato fino ad oggi. Cominciate a farvi i passaporti”. A parlare è uno dei 180 arrestati nel maxiblitz di questa mattina a Palermo. I boss, anche e nuove leve, erano pronti a lasciare l’Italia. Uno di loro dopo avere trovato delle microspie sulla sua auto, una Smart intestata alla moglie, su è sfogato: “Siamo tutti bombardati”, diceva.