La tregua tra Israele e Hamas, raggiunta a gennaio, è giunta a un momento cruciale. Con la conclusione della prima fase di 42 giorni, che ha visto il rilascio di ostaggi e prigionieri da entrambe le parti, dovrebbe ora scattare la cosiddetta “fase due”. Questa nuova fase, della durata prevista di sei settimane, include il graduale ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza, a partire dal corridoio Filadelfia, un’area strategica al confine con l’Egitto. Tuttavia, i negoziati sono in stallo, e le tensioni tra le parti sono palpabili.
Israele ha espresso la volontà di prolungare la prima fase per altre sei settimane, sostenendo che il mantenimento del controllo sul corridoio Filadelfia è essenziale per prevenire il traffico di armi verso Hamas. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che “il controllo del corridoio non è negoziabile”. Questa posizione riflette le preoccupazioni di sicurezza di Tel Aviv, che considera il corridoio un punto critico per il contrabbando.
Dall’altra parte, Hamas insiste sull’attuazione immediata della fase due, come previsto dall’accordo iniziale. Il movimento ha rispettato gli impegni presi nella prima fase, ma ora chiede alla comunità internazionale di fare pressione su Israele affinché rispetti l’intesa. Hamas ha sottolineato che il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia è fondamentale per la stabilità della regione e per la ricostruzione di Gaza.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha esortato entrambe le parti a rispettare l’accordo e a evitare una ripresa dei combattimenti. Nel frattempo, il segretario di Stato americano, Steve Witkoff, è atteso in Medio Oriente per cercare di mediare tra le parti. Tuttavia, le prospettive di un accordo sembrano incerte, con Israele e Hamas ancora lontani da una linea condivisa.
Il braccio di ferro tra Israele e Hamas sulla fase due del cessate il fuoco evidenzia le profonde divisioni e le sfide nel raggiungere una pace duratura. Mentre la comunità internazionale osserva con attenzione, il futuro della tregua dipenderà dalla capacità delle parti di trovare un compromesso che garantisca sicurezza e stabilità per entrambe le popolazioni.

