Le serie tv dimenticate che vorremmo rivedere in streaming

In tutti i canali via web disponibili in Italia sono tante le serie tv che mancano all’appello. Qui, 5 piccoli ma grandi cult di ieri che mancano all’appello sulle piattaforme streaming del nostro Paese e che meriterebbero più spazio

Oggi la tv e il metodo di fruizione è cambiato rispetto al passato. Con la bolla di internet e i suoi meccanismi hanno rivoluzionato il concetto stesso di televisione che è diventata più smart e costruita a misura di un pubblico sempre più esigente. Le piattaforme streaming a pagamento hanno contribuito nel cambiamento e, nel 2025, siamo circondati da canali via web che offrono prodotti sempre più interessanti, nella speranza di poter primeggiare su gli altri. Netflix ha fatto da apripista ma a lui si sono aggiunti Now, Disney+, Amazon Prime Video e molti altri. Nati come contenitori di film e serie tv, poi hanno anche prodotto qualcosa di originale. L’originalità, però, non è sempre sinonimo di qualità dato che, molte delle serie o dei film presenti in piattaforma, non sono poi degne di nota e si finisce per pagare un abbonamento (a volte anche molto costoso) per rivedere tutte quelle “vecchie glorie” che hanno lasciato un’impronta nel mercato televisivo di ieri. Qui già ne abbiamo parlato e abbiamo selezionato tutte le serie tv di inizi anno 2000 (o giù di lì) che sono presenti in streaming sul nostro Paese e che meriterebbero di essere riviste. Altre ancora, però, sono totalmente scomparse tra i cataloghi dei vari colossi e che, invece, più di tutte, meriterebbero un po’ di spazio per essere apprezzate non solo dalle nuove generazioni. Abbiamo selezionato cinque piccoli ma grandi cult della tv del passato che, ad oggi, in Italia, non sono presenti in nessuna delle piattaforme in streaming e che, invece, dovrebbero avere un posto di tutto rispetto.

NYPD Blue

Non è solo una serie poliziesca. Questa è all’antitesi di tutte le produzioni di genere che sono state realizzate dagli anni 2000 ad oggi. Nata quando in America il fenomeno di Law & Order stava già facendo scalpore, fu il network della ABC che decise di produrre una serie che fosse ancora più cruda e reale. Con questa idea, affidata a due mostri sacri della sceneggiatura, nasce NYPD Blue. Il primo episodio risale al settembre del 1992. L’ultimo è del maggio del 2005. Nasce come crime drama ambientato nel 15esimo distretto di New York ma, oltre ai casi di puntata, la serie si focalizza sulle storie intime e personali degli agenti che si muovono in una Grande Mela caotica e tentacolare. Una serie che fu un grande successo di critica e pubblico che, per prima, si presentò come un dramma poliziesco schietto e sincero per una rete in chiaro.  In dodici anni di programmazione ha raccontato la società americana con tutti i suoi pregi e difetti, e ha raccontato le impresi delle forze dell’ordine tra storie complesse, umane e di rivalsa. In Italia, a causa dei contenuti un po’ forti, la serie fu trasmessa in seconda serata su Canale 5 ma è arrivata solo nel 1996, per finire (purtroppo) nel dimenticatoio.

The Client List

Ci si trova di fronte a una serie bizzarra, sotto certi aspetti. Ha cercato di raccontare una storia di rivalsa tutta al femminile ma, alla fine, ha mostrato tutti i meccanismi più puri di una soap-opera. Ma la sua qualità più particolare era insita proprio in questo dettaglio. In onda sul canale americano della Lifetime che, di solito, propone programmi dedicati a un solo pubblico femminile, riuscì a trovare spazio anche in un target diverso. Il primo episodio risale al giugno del 2012, l’ultimo al settembre del 2013. The Client List è andato avanti poco meno di sue stagioni ma la sua storia ha lasciato il segno. Protagonista indiscussa era Jennifer Love Hewitt che ha interpretato il personaggio di Riley. Da classica donna della middle class, è costretta a trovarsi un altro lavoro a causa di gravi problemi economici. Lavorerà in un centro massaggi che offe – ai suoi clienti speciali – non solo servizi tradizionali. Attività illecita che porta Riley a nascondersi dall’ex marito e a tentare di ricostruire la propria vita. La serie in America fu cancellata nonostante i buoni ascolti. Qualche anno fa arrivò su Netflix per sparire poi dal suo catalogo.

Jarod, il Camaleonte

Questa è una serie per veri intenditori. In onda in America dal 1996 al 2000, in Italia lo show arrivò su Rai 2 solo nel 1998 per arrivare poi su La7 che, anni fa, ha replicato tutta la serie ma, oggi, si sono perse le sue tracce. Il Jarod del titolo è un ex bambino prodigio che venne rapito da un istituto segreto. Il Centro voleva sfruttare le sue capacità per farlo diventare un “simulatore”, un genio che potesse identificarsi e immedesimarsi in qualsiasi persona. Da adulto scappa e cerca di rifarsi una vita, e allo stesso tempo, cerca di trovare il modo di struggere Il Centro e scoprire i suoi segreti. Jarod è convinto che Miss Parker e Sydney siano a conoscenza del luogo in cui si sia rifugiata sua madre. La storia, ovviamente, si prende i suoi i tempi ma si arricchisce di dettagli e di colpi di scena fino al suo drammatico finale. Dopo la cancellazione, alla fine della stagione 4, furono prodotti due film tv sequel. L’ultimo, da tempo annunciato, non è stato mai realizzato, lasciando di fatto la serie incompiuta.

Queer as folk

Nonostante sia diventata una di quelle serie cult e metro di paragone per tutte quelle che sono nate alla sua ombra, ad oggi non è presente in nessuna delle piattaforme streaming del nostro Paese. Andata in onda in America dal 2000 al 2005, Queer as Folk è stato un remake di una serie inglese (omonima) che per prima ha raccontato vita, morte e miracoli di un gruppo di amici appartenenti alla comunità LGBT. All’epoca fu un vero e proprio shock culturale dato che in tv mai si era vista una serie così audace. Nonostante le critiche fu un vero e proprio successo. Grazie a lui nasce la versione al femminile dal titolo The L Word e la recentissima Looking. Però, Queer as Folk con i suoi pregi e difetti resta la serie più originale che ha parlato di amori tra uomini in una Pittsburgh cosmopolita.

SMASH

I musical non sono stati una prerogativa dei teatri o dei grandi film. Anche in tv hanno trovato spazio e lo dimostra il successo di Smash, serie americana in onda dal 2012 al 2013, che fu prodotta da Steven Spielberg. Lo show raccontava le difficoltà nel portare a Broadway uno spettacolo che potesse regalare un’immagine inedita sulla vita di Marylin Monroe. Al centro ci sono state i drammi e le prove di coraggio di due ragazze che hanno lottato con le unghie e con i denti pur di avere una parte nello show. Smash fu apprezzato dalla critica ma impietoso dal punto di vista degli ascolti, anche se è un vero e proprio gioiello. La seconda stagione nacque anche come stagione conclusiva. In Italia arrivò su Mediaset Premium ma, da allora, non è stato più replicato.