Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea e già presidente del Consiglio italiano
Ha recentemente sottolineato l’importanza cruciale di rafforzare la difesa comune europea. Le sue parole hanno suscitato un ampio dibattito, in quanto vedono nella creazione di una difesa comune un passaggio obbligato per l’Unione Europea, un passo che potrebbe ridisegnare la sicurezza del continente, oggi ancora fortemente dipendente dalle forze armate degli Stati Uniti.
Secondo Draghi, l’Unione Europea non può più ignorare la necessità di una difesa integrata e coordinata. “La Difesa comune è un passaggio obbligato”, ha dichiarato, facendo riferimento alla crescente instabilità geopolitica che caratterizza gli attuali scenari internazionali. L’attacco russo all’Ucraina ha messo in evidenza la vulnerabilità dell’Europa e l’urgenza di un’azione unitaria in materia di sicurezza. Draghi ha sottolineato che, senza un sistema difensivo autonomo, l’Europa rimarrà sempre in una posizione di subalternità, a dipendenza della protezione degli Stati Uniti.
Ma non si tratta solo di una questione di strategia militare. Per Draghi, l’efficacia della difesa comune europea richiede anche una forte base economica. “Serve un debito comune”, ha detto, facendo riferimento alla possibilità di finanziare questa difesa attraverso meccanismi economici condivisi. L’idea è quella di mettere in piedi un sistema di finanziamento che permetta a tutti gli Stati membri di contribuire in maniera equilibrata, senza creare divisioni interne. Il debito comune, secondo Draghi, rappresenterebbe uno strumento utile per superare le disparità economiche tra i Paesi membri, garantendo al contempo risorse adeguate per la difesa e per altre aree strategiche
Un altro punto cruciale sollevato dall’ex presidente del Consiglio riguarda la necessità di una “catena di comando continentale”. L’idea è quella di superare la frammentazione attuale delle forze armate degli Stati membri, creando una struttura di comando unificata che permetta decisioni rapide e efficaci in caso di necessità. Questo approccio, per Draghi, è fondamentale per evitare che l’Europa resti impotente di fronte alle minacce globali.
La proposta di Draghi si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la sostenibilità delle politiche di difesa. Con l’Europa che cresce in termini di responsabilità politica ed economica, diventa cruciale che i Paesi membri riescano a gestire collettivamente la sicurezza, evitando la duplicazione di risorse e costi.
L’idea di una difesa comune, seppur ancora lontana dall’essere una realtà, sta prendendo piede come una delle priorità per il futuro dell’Unione Europea. La pandemia, la crisi energetica, la guerra in Ucraina e le crescenti tensioni globali hanno dimostrato l’importanza di una politica estera e di sicurezza comune, che non solo rafforzi la capacità difensiva ma contribuisca anche alla stabilità economica e politica del continente.
Le parole di Mario Draghi invitano l’Unione Europea a riflettere seriamente sulla sua posizione di sicurezza globale. La difesa comune non è più un’opzione, ma una necessità urgente per proteggere la stabilità e l’indipendenza europea in un mondo sempre più polarizzato e insicuro. Solo con un sistema di difesa integrato, sostenuto da un debito comune e una catena di comando unificata, l’Europa potrà affrontare le sfide future con una posizione di forza.