Paesi Volenterosi: ‘Putin finge, le sanzioni restano’. Macron annuncia una ‘forza di rassicurazione in Ucraina’, ma manca l’unanimità sul peacekeeping

Paesi Volenterosi: 'Putin finge, le sanzioni restano'. Macron annuncia una 'forza di rassicurazione in Ucraina', ma manca l'unanimità sul peacekeeping Paesi Volenterosi: 'Putin finge, le sanzioni restano'. Macron annuncia una 'forza di rassicurazione in Ucraina', ma manca l'unanimità sul peacekeeping



Le tensioni geopolitiche in Ucraina continuano a segnare l’agenda internazionale, con i Paesi Volenterosi che si stanno muovendo per cercare una via diplomatica per il cessate il fuoco, ma le divisioni tra le potenze mondiali sembrano rendere difficile trovare una soluzione condivisa.

La recente dichiarazione del presidente francese Emmanuel Macron, che ha annunciato l’intenzione di formare una “forza di rassicurazione” in Ucraina, ha suscitato reazioni contrastanti e evidenziato la mancanza di unanimità tra gli alleati occidentali sull’eventuale invio di una missione di peacekeeping.

Nonostante i segnali di apertura da parte di alcuni leader internazionali, la Russia, attraverso le sue azioni e dichiarazioni, continua a ribadire la sua determinazione a perseguire i suoi obiettivi in Ucraina. In particolare, la comunità internazionale, guidata dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, ha mantenuto le sanzioni contro Mosca in risposta alla sua invasione dell’Ucraina e alle sue politiche di occupazione. Mentre Vladimir Putin ha cercato di dare l’impressione di essere disposto a negoziare, molti osservatori ritengono che le sue dichiarazioni siano una mera “finta” volta a guadagnare tempo e a rafforzare la sua posizione sul campo di battaglia.

Le sanzioni, che comprendono misure economiche severe e restrizioni commerciali, sono ritenute da molte potenze come una leva fondamentale per costringere la Russia a modificare la sua strategia. In questo contesto, l’annuncio da parte di Macron di una “forza di rassicurazione” in Ucraina rappresenta un passo importante per cercare di garantire la sicurezza e la stabilità nella regione, ma non segna un cambiamento nella politica di contenimento delle sanzioni.

Emmanuel Macron, durante una serie di incontri con i leader europei e internazionali, ha annunciato l’intenzione della Francia di creare una “forza di rassicurazione” in Ucraina. Secondo il presidente francese, tale forza avrebbe lo scopo di sostenere le istituzioni ucraine e garantire la sicurezza della popolazione civile, in un momento in cui il paese è ancora sotto attacco e occupazione da parte delle forze russe.

La “forza di rassicurazione” sarebbe un’operazione di mantenimento della pace, ma si differenzia dalle tradizionali missioni di peacekeeping per la sua natura, più leggera e focalizzata sulla prevenzione di ulteriori escalation, piuttosto che sul disarmo completo. La proposta, che prevede l’impiego di truppe europee e di altri Paesi Volenterosi, intende contribuire a stabilizzare le aree non occupate dalla Russia e a facilitare l’accesso degli aiuti umanitari.

Tuttavia, la sua attuazione rimane un tema di discussione acceso tra le cancellerie mondiali. In particolare, la mancanza di consenso tra i Paesi occidentali ha sollevato dubbi sulla possibilità di una missione di questo tipo.

La proposta di Macron arriva in un contesto di grande incertezza riguardo al coinvolgimento delle Nazioni Unite (ONU) e ad altri meccanismi internazionali di peacekeeping. Mentre alcuni Stati, come la Francia e la Polonia, si sono mostrati favorevoli a un impegno più diretto nella difesa e nel supporto all’Ucraina, altri, tra cui gli Stati Uniti, hanno espresso perplessità sull’efficacia di una missione di pace che possa includere un coinvolgimento diretto di truppe internazionali sul territorio ucraino.

Una delle principali difficoltà riguarda il fatto che, in base alla Carta delle Nazioni Unite, per l’autorizzazione a una missione di peacekeeping in un conflitto come quello ucraino, sarebbe necessaria una risoluzione unanime del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ma la Russia, come membro permanente, ha il potere di veto, rendendo di fatto impossibile qualsiasi proposta che non sia gradita a Mosca.

Inoltre, il concetto di “forza di rassicurazione” solleva interrogativi sul suo effettivo impatto. Qualora fosse istituita, tale forza potrebbe solo limitarsi a monitorare la situazione e a prevenire ulteriori escalation, senza poter intervenire attivamente nelle aree occupate dalla Russia. Questo rende difficile la sua applicabilità e mette in dubbio la sua capacità di operare in maniera efficace in un conflitto complesso come quello in Ucraina

In questo contesto, il rischio di un ulteriore stallo diplomatico sembra elevato. Le sanzioni economiche contro la Russia rimangono un ostacolo significativo a qualsiasi possibile compromesso, mentre le proposte di una missione di peacekeeping o di “rassicurazione” sembrano non avere il supporto unanime necessario per essere attuate. A ciò si aggiunge il fatto che la situazione sul terreno in Ucraina rimane incerta, con i combattimenti che continuano in molte aree, rendendo difficile anche il dispiegamento di una forza internazionale.

Molti osservatori temono che, senza un accordo concreto tra le potenze mondiali, il conflitto in Ucraina possa prolungarsi, con gravi conseguenze per la sicurezza globale e la stabilità dell’Europa. Le sanzioni continueranno a pesare sull’economia russa, ma allo stesso tempo alimenteranno una spirale di tensioni che non trova una via d’uscita immediata

Mentre i Paesi Volenterosi, tra cui la Francia, cercano di avanzare con soluzioni alternative come la “forza di rassicurazione”, la mancanza di consenso tra le potenze internazionali e il persistente rifiuto della Russia di cedere su qualsiasi fronte rendono estremamente difficile la creazione di un terreno comune per una soluzione pacifica. Le sanzioni contro la Russia rimarranno in vigore per il momento, e qualsiasi ipotesi di peacekeeping dovrà affrontare l’ostacolo di un Consiglio di Sicurezza diviso. In questo scenario, il futuro dell’Ucraina e della regione intera appare ancora incerto, con le difficoltà diplomatiche che sembrano rendere lontana una fine del conflitto.