Pubblicato per la prima volta nel 2013 e poi nel 2023 con Rizzoli, il libro di Valerio La Martire romanza il delitto di Giarre che nel 1980 sconvolse una piccola comunità della Sicilia. Tra feuilleton e racconto di formazione, Stranizza è una perla rara della narrativa contemporanea. Dal libro è stato tratto anche l’omonimo film.
Stiamo vivendo un periodo molto complesso a livello politico e sociale che si riflette sulla vita del singolo. Sono momenti difficili a livello lavorativo, economico e anche i diritti acquistati sono in serio pericolo. Oggi, più di ieri, si deve riflettere sull’importanza dell’amore universale e del rispetto verso tutti i tipi di diversità. Se la politica attuale rema contro tutti i diritti che sono stati acquistati, il cinema, la tv e la letteratura cercano di rimediare e di meditare su ciò che siamo diventati attraverso storie vere o presunte tali. L’esempio più calzante lo si trova in Stranizza, il romanzo di Valerio La Martire. Uscito per la prima volta nel 2013 per una piccola casa editrice, ha trovato largo consenso in un contesto molto difficile e dove (almeno all’epoca) c’era poco spazio per gli esordianti. Alla luce di un grande successo, i diritti poi sono stati acquistati dalla Rizzoli e nel 2023 il romanzo è tornato in vendita. Un libro che unisce un fatto di cronaca nera alla pura finzione letteraria per un romanzo denso, coinvolgente e di rara bellezza. Così coinvolgente che è impossibile non restare coinvolti dalle parole di Stranizza. Al centro del racconto c’è la storia d’amore proibita tra Nino e Marco che rievoca il triste delitto di Giarre, avvenuto in Sicilia ad inizio degli anni ’80, e che ha segnato un punto di svolta per la lotta ai diritti della comunità LGBT del nostro Paese.
Un amore proibito che combatte contro l’intolleranza della società
In una calda estate siciliana del 1980 si intrecciano le vite di Nino e Marco. Il primo è un ragazzo di appena 16 anni che aiuta il padre alle fiere di paese, il secondo è un giovane dal passato difficile e che lavora in un negozio di dischi insieme al padre con cui ha un rapporto conflittuale. I due si incontrano per puro caso e da una forte amicizia, sia Nino che Marco, scoprono di amarsi. Ma in una Sicilia ancorata a vecchie tradizioni e in cui il “diverso” viene deriso e guardato con diffidenza, per i due giovani non c’è spazio. Marco e Nino, consapevoli delle difficoltà, vivono il loro amore sotto gli occhi di tutti, incuranti delle conseguenze. Proprio quando decidono di scappare insieme, vengono freddati da un colpo di pistola. L’amore così puro di quei due ragazzi ha resistito alla morte stessa, diventando poi un faro per la lotta contro le intolleranze.

Il delitto di Giarre, una storia mai risolta
Stranizza, ovviamente, non ripercorre tutti gli avvenimenti che sono avvenuti nel piccolo paesino vicino Catania. Ne prende l’essenza per costruire un racconto puro e semplice di un amore sboccato dentro la tempesta. Nonostante il finale più che tragico, il delitto – ancora oggi insoluto – avvenuto a Giarre nel 1980 è diventato fondamentale per la nascita del primo movimento di liberazione omosessuale e che, successivamente, ha portato alla fondazione dell’Arcigay. Un delitto, dicevamo, che è tutt’ora insoluto e che non ha mai trovato un vero colpevole a causa di un velo di omertà che ha travolto la città di Giarre. Le indagini portarono a diverse piste: si suppose che i due ragazzi – i cui veri nomi erano Giorgio e Antonio – fossero stati uccisi dal nipote di Toni che all’epoca dei fatti era tredicenne, su incarico delle famiglie. Si arrivò persino ad affermare che l’omicidio sarebbe stato compiuto con il benestare dei due ragazzi, convinti che non avrebbero mai potuto vivere serenamente. In seguito al delitto, l’opinione pubblica italiana dovette riconoscere l’esistenza di un problema di discriminazione contro le persone omosessuali. Un delitto così brutale e sconvolgente che non passò inosservato e che ha dato agio di riflettere sulle difficoltà di un paese di accettare e accogliere le diversità. Oggi, il delitto di Giarre (suo malgrado) ha influenzato molto il dibattito sui diritti fondamentali e ha animato uno scontro che, causa forza maggiore, non si è mai spento.
Dal libro al grande schermo: Stranizza diventa un film, ma…
Nel 2023 è arrivato poi al cinema un adattamento del fatto realmente accaduto. Rosario Fiorello, alla sua prima opera da regista, ha realizzato un film molto toccante e che ha reso giustizia ai due ragazzi morti a causa di un amore mal visto dalla comunità. Vincitore di un Nastro d’argento e di un Globo d’oro, il film è stato travolto (e lo è ancora oggi) da una contesta giudiziaria. Il 20 aprile 2023 il Corriere della Sera pubblica la notizia di un contenzioso legale tra Valerio la Martire, autore del romanzo, e la produzione del film. Il regista avrebbe ripreso dal libro i nomi dei protagonisti, espedienti narrativi, riadattamenti di situazioni reali e ricostruzioni di fantasia, non riportando nei crediti l’opera originale.