L’Austria vieta gli smartphone a scuola: Il ministro li definisce “peggio della pandemia” – Cosa accade in Italia e nel mondo?

L'Austria vieta gli smartphone a scuola: Il ministro li definisce "peggio della pandemia" – Cosa accade in Italia e nel mondo? L'Austria vieta gli smartphone a scuola: Il ministro li definisce "peggio della pandemia" – Cosa accade in Italia e nel mondo?


Nel 2025, l’Austria ha preso una posizione fermissima contro l’uso degli smartphone nelle scuole, con una nuova legge che ne vieta l’uso durante le ore scolastiche. A guidare questa decisione è il ministro dell’Istruzione, che ha definito gli smartphone come “peggio della pandemia” per gli studenti, sottolineando il loro impatto negativo sulla concentrazione, sull’apprendimento e sulle dinamiche sociali tra i giovani. Ma cosa accade in Italia e nel resto del mondo in merito all’uso degli smartphone nelle scuole? Analizziamo la situazione.

Il ministro dell’Istruzione austriaco, in un’intervista recente, ha spiegato che l’uso diffuso degli smartphone tra gli studenti ha portato a una crescente distrazione durante le lezioni, a una diminuzione dell’interazione sociale e, in alcuni casi, a fenomeni di cyberbullismo. L’introduzione della legge mira a promuovere un ambiente di apprendimento più focalizzato, dove gli studenti possono concentrarsi senza la costante tentazione di controllare i social media o giocare a giochi online. Il paragone con la pandemia è stato fatto per evidenziare come l’uso eccessivo della tecnologia possa avere effetti devastanti sulla salute mentale e sul rendimento scolastico, simili, secondo alcuni esperti, agli effetti negativi della chiusura delle scuole durante il periodo di lockdown.

La legge, che entrerà in vigore nel prossimo anno scolastico, stabilisce che gli studenti dovranno lasciare i loro dispositivi mobili nelle loro borse o in spazi designati durante le ore di lezione. Solo in alcuni casi specifici, come l’uso per fini educativi autorizzati, gli smartphone potranno essere utilizzati in aula. Il provvedimento ha suscitato un ampio dibattito, ma molti genitori e insegnanti lo accolgono favorevolmente, citando gli effetti positivi già osservati in alcune scuole che avevano già imposto restrizioni sull’uso degli smartphone.

In Italia, la questione dell’uso degli smartphone nelle scuole è stata oggetto di discussioni e regolamentazioni in diverse regioni. Nel 2018, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) aveva lanciato una campagna contro l’uso indiscriminato dei telefoni nelle scuole, incoraggiando gli istituti a stabilire linee guida specifiche. Molti licei e scuole medie italiane, infatti, hanno già adottato regolamenti che vietano l’uso degli smartphone durante le lezioni, con eccezioni solo per attività didattiche o emergenze.

Tuttavia, la situazione in Italia è meno uniforme rispetto all’Austria, e ogni istituto scolastico ha una certa autonomia nella gestione di questo tema. In alcune scuole, gli smartphone sono completamente banditi, mentre in altre sono consentiti, ma solo durante le pause o con restrizioni. Nonostante i tentativi di limitare l’uso degli smartphone, la crescente presenza di dispositivi tecnologici nelle scuole italiane resta una sfida, anche a causa della difficoltà di monitorare e far rispettare le regole in modo costante.

Nel panorama internazionale, diversi paesi stanno prendendo misure simili per limitare l’uso degli smartphone nelle scuole, pur mantenendo approcci diversi. In Francia, ad esempio, dal 2018 è stato introdotto un divieto di utilizzo degli smartphone nelle scuole elementari e medie, e il governo ha annunciato che sarebbe stata estesa anche alle scuole superiori in alcune circostanze. La Francia ha scelto di limitare l’accesso alla tecnologia per proteggere la salute mentale dei giovani, convinta che un uso eccessivo degli smartphone possa interferire con lo sviluppo sociale ed emotivo degli studenti.

Nel Regno Unito, invece, la situazione è meno rigida: sebbene non ci sia un divieto a livello nazionale, alcune scuole hanno imposto regole severi sull’uso degli smartphone, con l’intento di evitare distrazioni e pericolo di cyberbullismo. Anche negli Stati Uniti, le politiche variano notevolmente da uno stato all’altro, ma sempre più scuole stanno prendendo in considerazione restrizioni per garantire un ambiente più concentrato.

Al contrario, in paesi come la Corea del Sud e Singapore, dove l’uso della tecnologia è integrato in modo strutturale nell’educazione, gli smartphone sono visti come strumenti di apprendimento, e vengono utilizzati sotto stretta supervisione durante le lezioni. Tuttavia, anche in questi contesti, esistono preoccupazioni riguardo agli effetti negativi sugli studenti, che spingono verso una riflessione continua sull’uso appropriato delle nuove tecnologie.

Il divieto degli smartphone a scuola in Austria rappresenta un passo deciso nella lotta contro le distrazioni digitali e l’influenza della tecnologia sull’educazione. L’esperienza austriaca potrebbe fungere da esempio per altri paesi che si trovano a fronteggiare sfide simili. In Italia, sebbene la situazione sia meno uniforme, sono già in atto regolamenti scolastici che cercano di limitare l’uso dei dispositivi mobili, ma c’è ancora molto lavoro da fare per trovare un equilibrio tra tecnologia e apprendimento. A livello globale, la questione rimane aperta, con soluzioni diverse in base alle caratteristiche culturali e sociali di ciascun paese. Quello che emerge chiaramente è che il dibattito sull’uso degli smartphone nelle scuole è solo all’inizio, e la strada da percorrere sarà sicuramente lunga e piena di sfide.