Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rinnovato il suo impegno nel preservare la memoria storica, sottolineando l’importanza di ricordare eventi tragici come l’eccidio di Benedicta, avvenuto nel 1944, come monito contro le atrocità della guerra e l’intolleranza.
In occasione delle cerimonie di commemorazione, Mattarella ha ribadito come l’atrocità di quel periodo, segnato dalla disumanità nazifascista, abbia reso ancora più cruenta la stagione 1944-1945, un capitolo oscuro della Seconda Guerra Mondiale che ha visto decine di civili e partigiani sacrificarsi per la libertà.
L’eccidio di Benedicta si svolse il 21 marzo 1944, in un’area montuosa vicino a Genova, nella quale i nazifascisti, dopo aver circondato il rifugio dei partigiani e dei civili che vi si erano rifugiati, compirono una strage. Un drammatico esempio di brutalità, che vide la morte di circa 300 persone, tra cui donne e bambini. La violenza e la disumanità con cui vennero trattate le vittime, spesso torturate prima di essere uccise, segnarono indelebilmente il ricordo di quegli anni bui.
Mattarella ha evidenziato come l’occupazione nazifascista in Italia, soprattutto durante gli ultimi anni di guerra, sia stata caratterizzata da una ferocia senza pari, con massacri e deportazioni che non solo hanno privato le persone della vita, ma hanno anche annientato il loro diritto di essere libere e dignitose. La Repubblica Italiana, nata dalle ceneri di quella tragedia, ha costruito la sua identità sulla memoria di questi eventi, sulla condanna di qualsiasi forma di intolleranza e violenza, e sulla difesa dei valori democratici e della libertà.
Nel suo intervento, il Presidente ha inoltre sottolineato come eventi come l’eccidio di Benedicta non siano solo un capitolo della storia da non dimenticare, ma un monito costante per le generazioni future. La libertà, ha detto Mattarella, è un bene prezioso che deve essere custodito e difeso con impegno e determinazione. Il sacrificio di coloro che hanno lottato per la liberazione e per la dignità umana deve rimanere un richiamo incessante contro ogni forma di oppressione.
Oggi, a più di settant’anni di distanza da quegli avvenimenti, l’Italia continua a riflettere sulla sua storia più dolorosa per non ripetere gli errori del passato. La memoria di eccidi come quello di Benedicta non deve essere solo un atto commemorativo, ma un impegno civile che ci responsabilizza a preservare e trasmettere alle future generazioni i valori di pace, giustizia e libertà.
Le parole di Mattarella si inseriscono in un discorso più ampio sulla necessità di mantenere vivo il ricordo delle atrocità del nazifascismo, per impedire che l’odio e la violenza possano mai più prevalere sulla nostra società. Il monito del Presidente è chiaro: solo attraverso la memoria storica, la consapevolezza del passato e l’impegno quotidiano per la libertà, possiamo costruire un futuro più giusto e umano.