Stephen Miran, economista, è stato uno dei principali artefici delle politiche commerciali di Trump, inclusi i dazi imposti a Cina, Unione Europea e altri partner commerciali. La sua visione economica, fortemente influenzata dall’idea di una maggiore autosufficienza industriale, continua a essere un punto di riferimento nelle discussioni sul futuro dell’economia americana. Oggi, Miran ricopre il ruolo di Senior Advisor e Chief Economist nel National Economic Council, sotto l’attuale presidenza di Trump, dove continua a promuovere l’idea di un’America che recuperi la sua capacità produttiva e industriale.
L’imposizione di dazi su una vasta gamma di beni importati, in particolare dalla Cina, ha rappresentato una delle politiche più controverse e discusse degli ultimi tempi. Miran, che ha giocato un ruolo centrale nell’elaborazione di questa strategia, sosteneva che il commercio internazionale fosse profondamente sbilanciato, danneggiando le industrie americane. Secondo lui, la Cina stava adottando pratiche commerciali sleali che minavano la base industriale degli Stati Uniti, come la svalutazione della moneta e la concorrenza a basso costo, riducendo la competitività dei produttori americani.
Per Miran, i dazi non erano solo uno strumento punitivo contro paesi con politiche commerciali ingiuste, ma un modo per incentivare la produzione domestica e ridurre la dipendenza dalle importazioni, in particolare da nazioni come la Cina. L’obiettivo era quello di riportare in patria la produzione di beni essenziali, creando nuovi posti di lavoro e rafforzando la sicurezza economica nazionale.
Miran ha sempre sottolineato che una nazione prospera non può fare a meno della propria industria. La deindustrializzazione degli Stati Uniti, che ha preso piede negli ultimi decenni, ha avuto effetti devastanti su molte comunità, con milioni di posti di lavoro persi nel settore manifatturiero. Miran sostiene che un’economia che dipende principalmente dai servizi e dalle importazioni è vulnerabile a fluttuazioni globali e a crisi esterne.
Ristabilire una base industriale solida non solo aumenterebbe l’occupazione, ma consentirebbe anche agli Stati Uniti di mantenere il controllo su settori strategici, come la tecnologia, l’energia e la difesa. Senza una produzione interna robusta, il paese rischia di diventare troppo dipendente da altre nazioni, una vulnerabilità che potrebbe minare la sicurezza nazionale, specialmente in tempi di tensioni geopolitiche.
Miran ritiene che per ripristinare la base industriale americana, sia fondamentale ripensare le politiche commerciali globali. Gli Stati Uniti devono proteggere i settori industriali strategici e incentivare l’innovazione, riducendo il rischio di pratiche commerciali sleali da parte di paesi come la Cina. Sebbene i dazi siano stati uno strumento controverso, l’obiettivo finale, secondo Miran, è creare politiche che favoriscano la crescita sostenibile del settore manifatturiero, riducendo la dipendenza dalle importazioni e favorendo l’autosufficienza.
Miran ha anche sostenuto attivamente la campagna “Buy American”, che promuove l’acquisto di beni prodotti negli Stati Uniti. Secondo lui, è necessario creare un ambiente favorevole alla produzione domestica, attraverso incentivi fiscali, politiche industriali mirate e investimenti in infrastrutture. L’obiettivo non è solo quello di ridurre il deficit commerciale, ma anche di creare posti di lavoro e rafforzare la competitività globale degli Stati Uniti.
Nonostante le sue posizioni, le politiche commerciali di Trump, inclusi i dazi, sono oggetto di forti critiche. Gli oppositori sostengono che l’imposizione di dazi possa aumentare i costi per i consumatori americani, danneggiare le relazioni internazionali e innescare ritorsioni economiche. Inoltre, alcuni esperti ritengono che la deindustrializzazione sia il risultato di tendenze globali più ampie, come l’automazione e il cambiamento nei modelli di consumo, piuttosto che di pratiche commerciali sleali.
Miran, tuttavia, rimane convinto che solo una ricostruzione della base industriale americana possa garantire una crescita economica duratura e una maggiore sicurezza nazionale.
Stephen Miran ha promosso la visione di un’America che recupera la sua forza industriale per affrontare le sfide del futuro. Nonostante le critiche e le difficoltà, la sua proposta di riscrivere le regole del commercio internazionale e di rilanciare la produzione domestica continua a influenzare il dibattito sulle politiche economiche degli Stati Uniti. La sua convinzione che l’America debba ricostruire la sua base industriale non è solo una questione economica, ma una questione di sicurezza nazionale e di indipendenza strategica.

