Dopo Downton Abbey in tv c’è The Gilded Age: viaggio nella neo nobiltà di New York di fine ‘800

Dopo Downton Abbey in tv c’è The Gilded Age: viaggio nella neo nobiltà di New York di fine ‘800 Dopo Downton Abbey in tv c’è The Gilded Age: viaggio nella neo nobiltà di New York di fine ‘800

Sviluppata dallo stesso creatore della saga dei Crowley, The Gilded Age è una serie tv dal sapore storico e austero ma brilla di luce propria.

Ambientata in America e a fine del 1800, al centro del racconto c’è il vecchio mondo che si scontra con il nuovo, in un affresco variopinto, multiculturale e che riflette sul senso stesso del progresso. Le prime due stagioni in Italia sono in streaming su Now.

Raccontare pagine (vere) della nostra storia moderna e contemporanea non è affatto facile. In tv come al cinema c’è sempre il rischio di perdersi in una narrazione poco aderente alla realtà e di proporre al pubblico una ricostruzione vanesia. Ma ci sono alcune serie tv, come quelle di Julian Fellowes, che pur rimaneggiando i fatti realmente accaduti a proprio uso e consumo, regala un’immagine schietta e sincera del nostro passato che riflesse sul presente. Celebre per aver realizzato il mito di Downton Abbey – e qui ne abbiamo parlato in vista del nuovo film -, per la tv americana ha scritto e diretto un altro racconto storico che ha conquistato il pubblico e la critica. Stiamo parlando di The Gilded Age. Il primo episodio è del 2022 ma, originariamente, il progetto è nato nel 2018 quando è stato acquistato dal network free della NBC. Successivamente è stata la rete cable della HBO – la stessa del Trono di Spade, per intenderci – che ha deciso di acquistare i diritti di trasmissione. Una fortuna, perché la serie tv è nata per un pubblico meno generalista e per chi è in cerca di un prodotto diverso dal solito e curato nei contenuti. The Gilded Age trova successo e il feuilleton viene rinnovato per una seconda stagione che conserva tutte le buone intenzioni della prima, e a fronte di ottime recensioni, lo show viene anche confermato per una terza stagione che – si spera – possa arrivare in tv entro il 2025. Diversamente da Downton Abbey che raccontava l’alba del nuovo secolo attraverso una famiglia nobile inglese, in The Gilded Age si sposta a New York e mette in scena una storia più corale ma efficacissima sulla nuova nobiltà della Grande Male durante la fine del 1800. Conquista proprio perché è una serie autentica.

Uno scontro tra passato e futuro in una magica New York di fine ‘800

Ci troviamo in un momento particolare della vita in quel di New York. La nuova nobiltà ha trovato fortuna e ora si impone in una realtà che è ancorata a vecchie tradizioni ma che guarda comunque al futuro e ai tempi che corrono. In un vero e proprio scontro tra “antico e moderno”, la trama ruota attorno a Marian Brook. Lei è orfana di un generale nordista che, a causa dei debiti del padre, si trasferisce a casa delle zie che, per l’appunto, vivono a New York. Accompagnata dalla misteriosa Mrs. Peggy Scott, una segretaria afro-americana, la ragazza rimane coinvolta nelle allettanti vicissitudini della ricca famiglia e resta imbrigliata anche nelle vite dei vicini della casa accanto, composta dal magnate delle ferrovie George Russell, dal figlio Larry e dall’ambiziosa moglie Bertha. Se da una parte le zie di Peggy non vedono di buon occhio i nuovi ricchi, la moglie di George Russell cerca di trovare il suo spazio in un mondo che chiede sempre di più e una società avvezza ai cambiamenti ma poco incline a “porgere l’altra guancia”. In questo contesto c’è spazio anche per la servitù di palazzo, in un intreccio di sogni e desideri per il nuovo che avanza.

Dopo Downton Abbey in tv c’è The Gilded Age: viaggio nella neo nobiltà di New York di fine ‘800

Cos’è la Gilded Age?

Il nome della serie tv ha un significato ben preciso. Le storie possono anche essere inventate ma si muovono in un contesto culturale e sociale che è riconosciuto dagli studiosi e dagli esperti. Etimologicamente, la Gilded Age è un’epoca storica che ha attraversato quasi un ventennio della storia degli Stati Uniti, paragonabile alla regency era e all’età vittoria in Inghilterra e a quella della Bella Epoque vissuta a Parigi. Copre un arco di tempo che inizia dal 1870 per terminare nel 1901. Il termine e fu derivato dal romanzo L’età dell’oro del 1873 dello scrittore Mark Twain, che satireggia un’epoca di gravi problemi sociali mascherati da una sottile doratura. Ma, in realtà, è stata un’epoca di grande fermento per gli Stati Uniti post guerra nordista e sudista.  La Gilded Age è stata un periodo di rapida crescita economica, in particolare nel nord e nell’ovest. Poiché i salari americani erano diventati molto superiori a quelli europei, soprattutto per i lavoratori qualificati, il periodo vide un afflusso di milioni di immigrati europei oltreoceano. La rapida espansione dell’industrializzazione portò alla crescita dei salari reali del 60%. Tuttavia, l’età dell’oro statunitense fu anche un’epoca di povertà e disuguaglianza, poiché milioni di immigrati – molti provenienti da nazioni europee impoverite – si riversarono negli Stati Uniti in massa e l’alta concentrazione della ricchezza diventò più visibile e controversa.

 Una serie multi-culturale

Nonostante la sua valenza storica, The Gilded Age è una serie “moderna” sotto diversi punti. È un feuilleton vecchio stile, garbato, cortese e accattivante ma è una serie che, pur essendo ambientata a fine ‘800, riflette sul nostro futuro e mette in scena un racconto multi-culturale, focalizzandosi sulla nobiltà, sul ceto medio, suoi nuovi ricchi e su tutto il corollario di gente che si muove in un contesto grande come New York. Per questo è una serie di grande valenza e per questo motivo è una serie che convince perché è sia antica che moderna.