Nella notte intrisa di silenzi e candele, sotto il cielo di una città eterna che conosce le ferite della storia e le preghiere dei popoli, risuoneranno le parole del Papa: «Il mondo è a pezzi, c’è bisogno di lacrime sincere».
La dichiarazione, contenuta nel testo che verrà letto stasera durante la Via Crucis al Colosseo, porta la firma spirituale di Francesco, che, pur non essendo presente fisicamente a causa della convalescenza per il recente ricovero per polmonite, continua a far sentire la sua voce, la sua preghiera, il suo cuore. La sua assenza visibile è colmata da una presenza profonda, che si fa messaggio, supplica e monito.
«Viviamo nella tempesta», recita ancora il testo. «Dacci la pace, Signore. Una pace che non sia strategia o pausa d’armi, ma conversione del cuore. Una pace che sgorghi da lacrime vere, da cuori disarmati, da mani vuote e pronte ad accogliere».
Durante la Via Crucis, l’antico Colosseo — luogo di martirio e di memoria — diventerà scenario di riflessione universale. Le stazioni della Croce saranno scandite dal dolore del presente: guerre, migrazioni forzate, solitudini, ingiustizie. Ogni parola del messaggio papale sarà carica di compassione e di profezia, un richiamo a una umanità che, per salvarsi, deve tornare a piangere con sincerità.
Sua Santità, anche da lontano, continua a indicare la via: quella della Croce, che non è sconfitta ma passaggio, verità che attraversa la notte per aprire all’alba. «Abbiamo bisogno di piangere — si legge nel messaggio — non per disperazione, ma per compassione. Le lacrime sincere aprono la via alla resurrezione».
Nel cuore della notte romana, il mondo intero sarà idealmente raccolto intorno a una voce che, pur flebile nel corpo, resta ferma e forte nello spirito. Una voce che chiede pace, giustizia, e un’umanità capace di commuoversi ancora.