Piero Gallo è un musicista partenopeo che non ha bisogno di presentazioni. Nelle sue vene scorre il groove ed il sound del funk, per anni punto di riferimento di molti chitarristi. Nei suoi quarant’anni di carriera ha girato il mondo suonando con musicisti d’eccezione; James Brown, Tina Turner, Africa Bambaataa, Pino Daniele, Zucchero, Toninho Horta, Enzo Avitabile, Enzo Gragnaniello e tantissimi ancora. Parliamo di un chitarrista verace e sanguigno che dispone di un tocco sulla sei corde unico ed inconfondibile. Ma il suo percorso, da diversi anni, ha ormai preso una strada diversa, il soul ed il funk, hanno lasciato spazio ad un sentiero più mediterraneo, con le languide note del sud e di quelle radici che contaminano e si lasciano contaminare, lo sguardo è ovviamente puntato sempre sulla word music. Piero dal 2009, ha dismesso la sua Fender elettrica per dedicarsi completamente alla mandolina, strumento che nasce dalla fusione tra il mandolino e la mandola. Lo abbiamo incontrato nello studio di casa sua, dove tra sala prove e mura domestiche sta lavorando al nuovo disco, in probabile uscita tra marzo ed aprile 2022, con lui anche il suo nuovo produttore, Alfonso La Verghetta, tra una chiacchiera e l’altra e nata la nostra intervista.
Piero ci siamo lasciati con Papaij, il tuo penultimo album, ti ritroviamo intento a lavorare ad un nuovo progetto, ovvero il nuovo disco?
“Io non ho mai chiesto a nessuno di farmi produrre un disco, nel senso, che se c’è interesse accetto volentieri la proposta dopo averla valutata. Questo è il mio quinto disco che vado a stampare, dopo Papaij, sono stato contattato da Alfonso La Verghetta, proprio perché sono solito pubblicare la mia musica, le mie composizioni sulla mia pagina Facebook, così è nata questa collaborazione anche se con lui ci conoscevamo già da prima. Alfonso, oltre ad essere il produttore è anche un ingegnere del suono ed un valido musicista, dispone ovviamente di un’etichetta e di una sala prove bellissima, all’avanguardia. Dopo tanti anni ho la possibilità, grazie a lui, di fare un disco completamente live e soprattutto di avere una mia identità artistica, non essere più il chitarrista di o il mandolinista di, ma semplicemente essere Piero Gallo. Il disco è a buon punto, le basi sono state già registrate, bisogna fare solo delle piccole correzioni, come giusto che sia”.
Puoi darci qualche anticipazione sul nuovo lavoro?
“Sì, nel disco precedente Enzo Gragnaniello mi ha regalato la sua voce, poi sono intervenuti, Fabrizio Bosso e Alfredo Golino. Questa volta invece, ho avuto il piacere di far ascoltare un mio brano che si intitola ‘Luce senza culore’ (struggente ballata, ndr) a Raiz (Almamegretta) al quale è piaciuto molto ed ha deciso di cantarlo, facendomi un grande regalo. Il brano nasce dopo aver fatto gli auguri a Peppe Barra (Nuova compagnia di canto popolare), gli inviai solo la musica, perché il testo non c’era ancora, lo stesso Peppe mi chiese di mettere le parole su questa melodia che in principio si chiamava ‘Il buio’, a Peppe piacque molto, ma poi, per alcune vicissitudini non lo ha più registrato. Ritornando al disco, il lavoro è stato reso possibile anche grazie ai miei musicisti, che sono Francesco Iadicicco al basso, Patrizio Catalano alla batteria e poi si è aggiunto Edo Notarloberti, un violinista eccezionale”.
Alfonso La Verghetta, lavorare con un gigante come Piero Gallo com’è stato e soprattutto avete incontrato delle difficoltà?
“Con Piero ci conosciamo da qualche anno, abbiamo molti amici in comune, ci siamo trovati e ritrovati. La mia idea come produttore è quella di aver creato un’etichetta, la Italy Sound Lab che porti avanti una musica originale, Piero non poteva mancare assolutamente, in primis per il rapporto umano che ci unisce, poi per il grande artista che è. Dopo pochi appuntamenti abbiamo registrato buona parte del disco, subito, in presa diretta. A me piace molto l’atmosfera del live, loro hanno registrato senza alcuna sovraincisione, con batteria, basso e mandolina, nella stessa sala, proprio come si facevano i dischi negli anni ’70 e ’80. Piero nel live riesce a dare una resa notevole, supportato da bravissimi musicisti, abbiamo cercato di sfruttare quindi queste componenti”.