Un adolescente su tre trova che l’esperienza della pandemia lo abbia aiutati a maturare

Un adolescente su tre trova che l’esperienza della pandemia li abbia aiutati a maturare. Questo è ciò che emerge da una ricerca promossa da Lactalis Italia nell’ambito del progetto “La coscienza di Zeta”, sviluppato in sei scuole di cinque comunità nei quali opera (Udine, Pavia, Parma, Mondragone e Catania) il cui scopo era fare emergere lo sforzo psicologico sostenuto dalle nuove generazioni negli ultimi mesi a causa della Pandemia.

Un’esperienza orribile da non voler più ripetere (29%), ma che è stata superata inventandosi mille cose (29%) e che soprattutto ha aiutato a maturare (38%), questi i dati raccolti durante la ricerca.

I ragazzi sono stati in grado di affrontare la situazione

Vittorio Fiore, comunicazione, regulatory e public affair di Lactalis Italia racconta di come i ragazzi abbiano trovato la forza di superare la pandemia: «I risultati in un certo senso ci confortano: non solo la pandemia non ha privato i ragazzi della capacità di affrontare le difficoltà, ma addirittura ha messo in risalto la loro forza d’animo, generando nuova fiducia per il futuro da cui anche le generazioni più adulte possono trarre insegnamento. Gli adolescenti rappresentano il capitale sociale su cui costruire il futuro del nostro Paese: per questo, all’interno delle iniziative di Lactalis Italia a sostegno delle comunità, abbiamo dato vita al progetto La Coscienza di Zeta: un modo per ascoltarli in prima persona e aiutarli in una adolescenza stravolta. Con questo progetto, abbiamo scoperto che forse occorre abbandonare la percezione di una generazione senza idee e poco attiva: leggendo più attentamente i loro atteggiamenti questa ricostruzione non convince pienamente».

La ricerca

La ricerca è stata realizzata in collaborazione con l’Associazione Laboratorio Adolescenza su un campione di 770 studenti composto da 322 ragazze e 408 ragazzi, certo, un numero limitato che non è rappresentativo della popolazione nazionale, ma può dare una buona idea dei sentimenti provati dalla generazione Z.

Secondo la ricerca, il periodo pandemico è stato difficile da affrontare per la maggior parte dei ragazzi in esame, ben il 56,9%, eppure la resilienza tipica di questa età emerge dalla capacità del 26,7% dei ragazzi che afferma come questo periodo sia sì stato difficile, un esperienza negativa, ma siano comunque riusciti a trovare il modo per gestire le conseguenze delle restrizioni sociali, addirittura il 44,7% del campione è riuscito a trovare dei risvolti positivi riguardo alla loro maturazione personale.  

Gli adolescenti vogliono tornare a scuola

I ragazzi non ne possono più della DaD. La maggioranza vuole tornare in presenza anche se dimostrano cautela nei pronostici, mentre il 20% è più pessimista e pensa a un ritorno in DaD.

Rivogliamo la nostra vita

La più grande mancanza avvertita dai ragazzi è stato il tempo da passare con gli amici, mancanza avvertita dal 52,8%, mentre il 19,2% lamenta la perdita di due anni per farsi nuovi amici.

Non è solo della socialità che la generazione Z ha sentito la mancanza, il 34,5% delle ragazze sogna di tornare a viaggiare in compagnia e il 25,1% vorrebbe la possibilità di organizzare un party a tema. I ragazzi invece si orientano principalmente sullo sport (34,8%), ma anche a loro è mancata la possibilità di un viaggio (28,8%).

A pensare ad eventi di tipo più culturale è complessivamente oltre il 26% delle ragazze e solo il 12% dei maschi.

Bonus psicologo

Si è parlato molto di come il “bonus psicologo” sia stato bocciato nella Legge di Bilancio del 2022 (qui trovate un articolo più dettagliato), le prese in giro e la satira su come invece il “bonus rubinetto” sia stato approvato si sono sprecate. Questo sostegno era stato previsto per coloro che hanno subito pesantemente gli effetti della pandemia e che non sono economicamente in grado di sostenere un aiuto a superare l’ansia, lo stress e in generale il trauma degli ultimi due anni.

Per quanto i ragazzi stiano dimostrando molta forza, sono tanto coloro che hanno iniziato a patire gravi disturbi a causa dell’incertezza e della situazione che si è venuta a creare a causa delle restrizioni e dei provvedimenti presi per sostenere questo periodo.

L’incertezza lavorativa, le casse integrazioni che non arrivavano, la convivenza forzata e prolungata, l’immobilità, i blocchi e le tante soluzioni trovate per arginare se non cancellare la pandemia, hanno avuto serie ripercussioni sulla psiche di molti, sia ragazzi che adulti, e questo bonus sarebbe stata la dimostrazione che lo stato ha iniziato a interessarsi seriamente alla salute dei suoi cittadini, eppure sembra che non sia così. Ancora una volta chi non può permettersi di curare la propria salute mentale, dovrà sbrigarsela da solo.

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