Franco Battiato nasce a Jonia, vicino a Catania, il 23 marzo del 1975.
Inizia la sua carriera a Milano negli anni Sessanta e, dopo anni di sperimentazione musicale che vanno dalla musica psichedelica a Stockhausen, nel 1979 riprende a scrivere album di canzoni, attraverso i quali riesce a coniugare alla perfezione sonorità elettroniche, ricerca musicale, raffinate intuizioni melodiche e profondo misticismo.
Il suo nome di battesimo è Francesco, ma è l’amico Giorgio Gaber, conosciuto a Milano negli anni Settanta, che nel corso della trasmissione televisiva Diamoci del tu gli consiglia di utilizzare lo pseudonimo Franco per distinguersi dal cantautore Francesco Guccini, ospite anch’egli nella stessa puntata.
Con l’album La voce del padrone nel 1982 solo in Italia vende oltre un milione di copie e resta per venti settimane consecutive in testa all’Hit Parade. Un disco postmoderno, che fa un uso prettamente estetico e disincantato del linguaggio.
Uomo di profonda spiritualità che non è riconducibile ad una sola religione, Franco crede nella reincarnazione, è vegetariano e medita due volte al giorno.
«Come può la vista sopportare l’uccisione di esseri,
che vengono sgozzati e fatti a pezzi?
Non ripugna il gusto,
berne gli umori e il sangue?
Le carni agli spiedi crude…
e c’era come un suono di vacche.
Non è mostruoso desiderare di cibarsi,
di un essere che ancora emette suoni?
Sopravvivono i riti di sarcofagia e cannibalismo.»
Franco Battiato da Sarcofagia, n. 8 Ferro Battuto, tratto a sua volta dall’opera di Plutarco, Del mangiar carne
Battiato ci lascia il 18 maggio del 2021 dopo aver più volte dichiarato nel corso della sua vita di non aver paura della morte, perché questa per lui rappresenta solo un ritorno nella sua casa d’origine, dov’egli era prima di venire sulla terra.