Il film che ha trionfato come Miglior Film (e non solo) ritorna al cinema dal 4 marzo.
Nonostante le buone intenzioni iniziali, Anora non è il capolavoro di cui tutti parlano e non merita né il clamore e né il successo.
Non si fa altro che parlare del film di Anora che, agli Oscar 2025, ha vinto ben 5 statuette su sei candidature. Arrivando a trionfare persino come miglior film e in una categoria che c’erano lungometraggi di tutto rispetto come – tanto per citarne alcuni – The Brutalist, A complete Unknow, Emila Perez e The Substance. Il film di Sean Baker, invece, ha superato qualsivoglia aspettativa ed è diventato la mina vagante dell’edizione appena conclusa degli Oscar del cinema. Qui già abbiamo aperto una parentesi su Anora e abbiamo evidenziato tutte le criticità di un film che, forse, non avrebbe meritato tutti questi riconoscimenti ma è cosa e giusta approfondire l’argomento. La pellicola, che era già arrivata nelle sale cinematografiche a fine 2024 nella più indifferenza totale di stampa e pubblico, dal 4 marzo è tornata al cinema pronta a conquistare il posto che meriterebbe. Se alla prima visione il film non ha bucato lo schermo tanto da risultare pleonastico nella sua critica al mondo degli uomini e delle donne, alla seconda visione l’opinione non cambia. Anzi, ancora non si comprendere come un film del genere – originale solo nella sua messa scena – abbia trionfato agli Oscar in categorie così importati tanto da diventare un vero e proprio caso mediatico. La Academy ha, forse, preso un abbaglio?
Una Pretty Woman che incontra Quentin Tarantino
Di sicuro e al netto di qualsivoglia aspettativa, Anora ha il pregio di aver portato al cinema un qualcosa di nuovo sul tema. Abbiamo tante storie di ragazze povere che si innamorano dell’uomo ricco e bello ma, fino a questo momento, nessuno aveva osato tanto. Il regista non fa altro che prendere tutti i clichè dei romanzi d’amore e ne decostruisce i dettami, realizzando un film inteso su una donna forte e – apparentemente – materialista che si sposa con l’uomo ricco e bello di turno solo perché ammaliata dal lusso e dal denaro. Qui ci dovrebbe essere il tanto agognato lieto fine, invece Anora si scontra con la realtà dei fatti e, nonostante tutto, la giovane si ritrova da sola e con il cuore spezzato. Nel mezzo c’è una corsa contro il tempo tra scazzottate, corse forsennate in auto e battute poco convenzionali. Il tutto è servito con dialoghi frenetici che mescolano il russo con l’americano, e con personaggi fuori dagli schemi e quasi macchiettistici.
Un film originale ma che non merita tutto questo clamore
Nulla da dire quindi sull’idea di raccontare qualcosa di nuovo su amore e sentimenti, ma è la chiave di lettura che non funziona e che, di sicuro, non è convincente come dovrebbe. Soprattutto non così potente da meritarsi tutto il questo clamore. Anora è un film basico, intelligente ma nulla di eccezionale, che si lascia vedere solo per capire fin dove si spinge la storia. Tutto il resto è noia. Sì, esatto. Lì dove la trama è originale e brillante, sono le sue intenzioni a non convincere. Perché, alla fine, ci si trova di fronte a un ennesimo film sulla forza delle donne e che brutalizza il mondo degli uomini. Si prende in giro con molta facilità ma, in fin dei conti, ci sono stati film che prima di Anora hanno toccato il tema del femminismo e lo hanno fatto con più potenza rispetto all’opera di Sean Baker. Quindi non si riesce proprio a comprendere il suo successo così insperato.
Mikey Madison che ruba il premio a Demi Moore
In ultima analisi c’è l’interpretazione di Mikey Madison. Al suo primo ruolo veramente importante – dopo una comparsata in C’era una volta Hollywood e dopo Scream 5 -, per lei questo film è stata una vera svolta. Di sicuro, la giovane attrice ha talento e ha saputo giocare molto bene con le caratteristiche del suo personaggio, ma vincere un premio Oscar per questa interpretazione è follia pura. Trionfare in una categoria, come quella di Miglior attrice, dove in lista c’era Demi Moore, è un vero e proprio abbaglio. Sì, premiare i giovani è giusto ma bisogna anche valutare altro in questo contesto. Mikey è ancora acerba, ha ancora molta strada da fare e con questa vittoria rischia di essere fagocitata dalla stessa industria di Hollywood e, chissà, potrebbe non trovare più un ruolo consono. Altre ci sono riuscite, invece lei ha bruciato le tappe.