L’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) non ha tardato a replicare alle recenti dichiarazioni del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Le parole del Ministro, che ha parlato di un possibile “rischio di umiliazione” per la categoria, hanno suscitato una ferma reazione da parte dell’Anm, che ribadisce il proprio ruolo a difesa dei valori costituzionali e dell’autonomia della magistratura.
In una nota ufficiale, l’Anm ha sottolineato come le preoccupazioni sollevate non riguardino una presunta salvaguardia del prestigio personale, bensì la tutela di principi fondamentali per il corretto funzionamento dello Stato di diritto.
I magistrati hanno specificato che la loro azione non è mossa da un desiderio di “umiliare” chicchessia, ma dalla necessità di garantire che le leggi siano applicate in modo imparziale e che la giustizia non sia soggetta a pressioni o condizionamenti esterni.
“Apriamo un dialogo con i cittadini”
Al di là delle schermaglie politiche, l’Anm ha annunciato un’iniziativa significativa: l’apertura di un “dialogo con i cittadini”.
L’obiettivo è quello di superare la percezione di un corpo giudiziario chiuso e distante, e di spiegare in modo chiaro e accessibile il ruolo e il funzionamento della giustizia in Italia.
L’Anm intende promuovere una serie di incontri e dibattiti pubblici per affrontare temi come la lentezza dei processi, la corruzione, l’organizzazione della magistratura e le riforme proposte.
L’associazione si propone di ascoltare le istanze dei cittadini e di fornire risposte concrete, nella convinzione che una maggiore consapevolezza da parte della popolazione sia la migliore garanzia per la difesa dell’indipendenza della magistratura.
Questa mossa rappresenta un tentativo di spostare il dibattito da un piano di scontro istituzionale a uno di confronto costruttivo con la società civile, sottolineando la volontà dei magistrati di essere parte integrante della vita democratica del Paese e non un potere separato e autoreferenziale.
