Esiste un “pensiero unico” in Italia su ciò che riguarda il conflitto tra Russia e Ucraina?
No, per fortuna. Nel senso che c’è anche chi la pensa diversamente, ma chi lo fa e prova a ragionare sul perché si è giunti a questa situazione, viene accusato di essere filo putiniano. Succede nei bar come sui giornali e in televisione, che a parlare sia un semplice cittadino o un illustre storico. O stai con la Nato o stai con Putin e se sei occidentale devi per forza stare con la Nato. È questo il messaggio che inviano i media e le televisioni italiane e si riporta nei bar.
Il caso del professore Orsini
Il professore Alessandro Orsini, dopo aver espresso le sue opinioni sulle responsabilità dell’Occidente nel conflitto in corso, ha subìto forti pressioni per non andare più in televisione a parlare di Ucraina, come lui stesso ha denunciato sulla sua pagina Facebook. Alessandro Orsini, come dice il sito della Luiss, è direttore e fondatore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS e del quotidiano Sicurezza Internazionale. I suoi libri sono stati pubblicati dalle maggiori università americane e i suoi articoli sono apparsi sulle più autorevoli riviste scientifiche internazionali specializzate in studi sul terrorismo, sui siti del Governo italiano e del Mit, l’Istituto di tecnologia del Massachusetts, una delle più importanti università di ricerca del mondo. È inoltre membro del comitato “scenari futuri” dello Stato Maggiore della Difesa.
Orsini nel 2018, in audizione alla Commissione Esteri del Senato, aveva avvertito della situazione complicata nei Paesi dell’Est Europa, destinata ad esplodere con uno sconfinamento della Russia ad Est, per recuperare ciò che aveva perso. “Putin non ha ancora una strategia, perché dipende da come agirà la Nato” diceva Orsini nel 2018. Tutto, o quasi tutto quello che riportava in quella audizione, è successo quattro anni dopo. La Nato nel 2021 ha effettuato tre grandi esercitazioni militari con scenari di guerra in Ucraina. Durante l’ultima, la Russia ha sparato su navi della Nato per avvertire. Dopo qualche mese, ha invaso l’Ucraina. Ora, quando Orsini parla delle responsabilità dell’Occidente in questo conflitto, le sue affermazioni suscitano sgomento. La Luiss ha preso le distanze dal suo professore, che ha continuato ad andare in televisione specificando: “Parlo a titolo personale, non rappresento nessuno, condanno l’invasione della Russia e sono schierato dalla parte dell’Ucraina. Quando un professore universitario prima di parlare deve fare tutte queste premesse, non è un bel clima”.
L’allargamento ad est della NATO
Tra le principali responsabilità dell’Occidente, si cita spesso l’allargamento della Nato ad Est, di cui la Nato non fa mistero. Basta andare sul sito ufficiale della Nato per togliersi ogni dubbio. Ne parla anche il sito dell’Unione Europea. Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia sono state tutte invitate dalla Nato. Chi dice il contrario dà un’informazione errata. Non è stato così per l’Ucraina, che invece ha chiesto più volte di entrare nell’Alleanza Atlantica, a partire dal 2014, ma non gli è mai stato concesso. Con l’espansione della Nato, la Russia si sente sempre più accerchiata da forze nemiche. Questo non giustifica il suo intervento, ma come si comporterebbero gli Stati Uniti? “Se il Messico si alleasse con Putin, gli Stati Uniti lo distruggerebbero”, ha detto Alessandro Orsini alla Radio Svizzera italiana. Sono inoltre innegabili le ingerenze della Russia nella politica interna di altri Paesi, ma in questo gli Stati Uniti sono i maestri. Basta pensare al supporto che hanno dato ai numerosi colpi di Stato in Sudamerica negli anni Settanta, che hanno portato al potere dittature militari che hanno causato migliaia di morti. Più di recente ci hanno provato in Venezuela, con il fallito colpo di Stato di Juan Guaidó del 2019, che però non è riuscito a destituire Nicolas Maduro. Gli Stati Uniti hanno sempre avuto il terrore che le idee socialiste diffuse nel continente centro e sudamericano potessero raggiungere il loro Paese e per contrastarle hanno causato migliaia e migliaia di morti nel corso della Storia.
Il paragone con Cuba
Nel 1962, a Cuba, si sfiorò la guerra nucleare. L’Unione Sovietica stava costruendo, sull’isola, le basi per installare dei missili nucleari direzionati verso gli Stati Uniti. Era la risposta ai missili americani posizionati contro l’Urss in Turchia e Italia, ma anche la reazione alla fallita invasione della Baia dei Porci di Cuba da parte degli Stati Uniti, tentata l’anno precedente. L’allora presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, disse: “Non rischieremo prematuramente e senza necessità una guerra nucleare mondiale, dopo la quale anche i frutti della vittoria sarebbero cenere sparsa sui nostri cadaveri, ma nemmeno indietreggeremo di fronte a un tale rischio”. Kennedy si rifiutò di distruggere Cuba, come volevano i Capi di Stato maggiore americani, si mise al tavolo con il capo dell’Unione Sovietica, Nikita Krusciov, e trovò un accordo. L’Urss smantellò le basi missilistiche a Cuba, gli Stati Uniti tolsero i missili americani in Turchia e Italia e si impegnarono a non invadere Cuba.
Anche oggi, la Nato minaccia i confini russi con le esercitazioni del 2021 in Ucraina.
Il colpo di Stato e la denazistazione dell’Ucraina
Putin sostiene che in Ucraina, nel 2014, ci sia stato un colpo di stato e ora invade l’Ucraina per eliminare i nazisti al suo interno. A Putin interessa poco dei nazisti dell’Ucraina, almeno non in chiave ideologica, visto che la Russia finanzia numerose organizzazioni e partiti di estrema destra in Europa. Forse sperava di suscitare sgomento nel riportare il fantasma del nazismo in Europa, ma così non è stato. L’Occidente ha aggirato l’ostacolo semplicemente non parlandone, perché finanzia e addestra i gruppi armati nazisti come il Battaglione Azov che fa parte dell’esercito ucraino. Il problema del nazismo in Europa c’è, soprattutto in Ucraina, come abbiamo già scritto qui. Organizzazioni neonaziste sono state protagoniste della rivolta dell’Euromaiden, conclusasi con la fuga in Russia dell’allora presidente Viktor Janukovyc, mentre il palazzo presidenziale veniva preso d’assalto, come avviene in ogni colpo di stato. L’Europa preferisce non chiamarlo così, perché quel rovesciamento del potere fu a favore di un avvicinamento dell’Ucraina all’Unione Europea. Uno degli attori principali della svolta europeista del 2014 fu Pravyj Sektor, “Settore destro”, un partito dichiaratamente neonazista e neofascista, di cui abbiamo parlato qui. A giugno del 2014 venne eletto Petro Porošenko che, nel 2018, dichiarò il primo gennaio festa nazionale, per celebrare la nascita di Stepan Bandera. Bandera era un nazista che ha collaborato con il Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale ed è considerato un criminale di guerra in Polonia, in Russia e dagli ebrei, per i crimini commessi nei villaggi polacchi. In Ucraina è considerato eroe nazionale anche da molta parte della popolazione, che scende in piazza a festeggiarlo. Le bandiere rosse e nere dell’Esercito insurrezionale ucraino, responsabile delle stragi contro gli ebrei polacchi, sventolavano nel 2014 accanto a quelle dell’Unione Europea e sventolano ancora adesso in molte manifestazioni, accanto a quelle giallo e blu dell’Ucraina e quelle arcobaleno della pace, in Italia come negli Stati Uniti.
Il pericolo della disinformazione
In Russia si fa disinformazione e chi diffonde notizie contrarie alla linea di governo rischia 15 anni di carcere. Non è di certo paragonabile a ciò che sta avvenendo qui, ma la censura, in Italia e in Europa, esiste. Ciò che bisogna diffondere è il messaggio per cui Putin è il cattivo e la Nato è il buono e chi la pensa diversamente dev’essere additato come Putiniano. Così facendo si crea un clima di tensione e si fomenta una campagna di odio che stronca ogni dialogo possibile, tra la popolazione, nei media e tra gli attori della guerra. Come per Cuba, la Nato dovrebbe fare un passo indietro, l’Ucraina dichiararsi neutrale e cedere il Donbass per essere liberata. Poi si provvederà all’accusa di criminale di guerra nei confronti di Putin, altrimenti Putin non si ferma. “L’Ucraina è fondamentalmente persa, l’unica via per salvare i civili, è scendere a compromessi con Putin” ha affermato il professor Orsini. L’alternativa è la prima guerra nucleare mondiale.