Colombia, elezioni presidenziali. Minacce di morte alla candidata alla vicepresidenza Francia Marquez, attivista per l’ambiente e per i diritti umani

Le minacce da Aguilas Negras, gruppo di narcotrafficanti attivo nei primi anni duemila, il cui simbolo torna spesso ancora oggi

Alle primarie del 13 marzo Francia Marquez è arrivata seconda, dietro a Gustavo Petro, nella coalizione di sinistra Pacto Historico, diventando la candidata alla vice presidenza nelle elezioni che si svolgeranno il 29 maggio. In Colombia ha governato sempre il centro destra filo americano.

Chi è Francia Márquez

Francia Elena Márquez Mina è un’attivista per l’ambiente, per i diritti dei popoli afro colombiani e delle donne. Nata nel 1981 a Suarez, in Colombia, inizia la sua militanza a 15 anni, quando si unisce alle proteste contro il governo colombiano per il progetto che avrebbe spostato il corso del fiume Ovejas verso la diga Salvajina. Un progetto che avrebbe avuto un impatto negativo sul territorio ancestrale appartenente alle comunità afro-colombiane, eliminandone così la loro identità etnico culturale. Nel 2009 intenta una causa contro il governo, che aveva consegnato un territorio dove vivevano seimila persone per consegnarlo a un’impresa per lo sfruttamento minerario, in una zona ricca di oro. Francia Márquez in quell’occasione dimostra che la presenza di quelle comunità risaliva al 1636 e che veniva violato il diritto costituzionale a favore dei popoli indigeni, contadini e afro-discendenti a vivere sui loro territori. Dopo un anno vince la causa e viene così ordinato al governo di rispettare la Costituzione e di fermare i lavori, ma inizia a ricevere minacce. Tuttavia, l’estrazione illegale comincia ad assediare la regione, cosa che avviene spesso nel Centro e Sud America. Un anno dopo sorgono le prime malattie tra la popolazione per l’aumento dei livelli di mercurio nell’acqua. Negli anni seguenti, si continua a rovinare il fiume in cerca dell’oro e, nel 2014, inizia la “mobilitazione delle donne nere per la tutela della vita e dei territori ancestrali”, in seguito ribattezzata “Marcia dei Turbanti”, per via dei copricapo africani che indossano. L’obiettivo è una marcia verso la capitale Bogotà attraversando le varie comunità a rischio estinzione. In 10 giorni percorrono 350 chilometri e in 150 donne arrivano a Bogotà. Le istituzioni le accolgono ma non dimostrano la volontà di cambiare il loro atteggiamento. Così decidono di accamparsi in una “assemblea permanente” di fronte al Ministero dell’Interno e alla Presidenza di Stato. Il governo le accusa di “minaccia alla sicurezza nazionale”, ma loro restano lì. La risonanza data dai media alla loro protesta, costringe il governo a trattare e ordinare di distruggere tutti i macchinari che hanno perforato la regione. Nel 2015 riceve il Premio Nazionale della Colombia e viene invitata a partecipare al processo di pace a L’Avana fra il governo colombiano, guidato allora da Juan Manuel Santos, e le FARC, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia che da 50 anni combattono contro il governo istituzionale, in una guerra civile che ha causato centinaia di morti. L’accordo tra Farc e Governo si è concluso nel 2016, ma alcuni dissidenti delle Farc lo hanno rinnegato e hanno annunciato, nell’agosto 2019, il ritorno alla lotta armata. Nell’aprile del 2018 a Parigi riceve il Goldman Environmental Prize, considerato il “Nobel per l’ambiente”, per aver sfidato l’estrazione illegale e la costruzione di dighe nel suo Paese. In quell’occasione, Francia Márquez , che continua a ricevere minacce, urla al genocidio dei popoli originari. “I privilegi dell’Europa sono sostenuti nel saccheggio di altri Paesi. Vi chiediamo di mettere il vostro sviluppo al servizio della vita delle nostre comunità. Ci stanno uccidendo, è un genocidio” afferma Márquez.

L’attentato del 2019

 Nel maggio 2019 Francia Márquez ha subito un attentato, con armi da fuoco e granate, mentre partecipava ad una riunione con altri leader comunitari per preparare un incontro con il governo. Si trovava nella zona rurale di Santander de Quilichao, assieme a diversi leader dell’Associazione dei Consigli Comunitari del Nord Cauca (ACONC), gli stessi minacciati ora.  L’attacco, in cui sono rimaste ferite due sue guardie del corpo, è stato condannato sia dall’Onu sia dal presidente colombiano Ivan Duque.

Le ultime minacce

Il 28 marzo Francia Márquez ha pubblicato, sul suo profilo twitter, le minacce ricevute il 7 e il 24 marzo, firmate dal gruppo Aguilas Negras. Si tratta di un gruppo di narcotrafficanti con struttura paramilitare attivo dal 2006 al 2009. Dopo il suo scioglimento ufficiale, il nome e il simbolo dell’organizzazione è stato usato più volte per minacciare leader sociali e politici di sinistra, come avvenuto anche questa volta. Ad essere presi di mira sono infatti i difensori dei diritti umani, tra cui anche quelli dell’Associazione dei Consigli Comunitari del Nord Cauca (ACONC), legati al Pacto Historico che, secondo Aguilas Negras, girano nei dipartimenti di Cauca e Valle Hemos con mezzi blindati, danneggiano l’economia locale con il presunto dovere di vegliare sulle comunità. Numerose le persone minacciate che, secondo il comunicato “cadranno una ad una. Conosciamo i loro movimenti e dopo le ore 18 saranno proibiti, a partire dalla mezzanotte del 25 marzo. Chiunque ci ostacolerà sarà cancellato dalla mappa e non saranno permesse campagne presidenziali nel sud occidente colombiano”. Una minaccia inquietante, che Francia Márquez ha reso pubblica chiedendo al presidente colombiano Ivan Duque di garantire la sua integrità fisica, quella della sua famiglia e degli altri leader minacciati.

Le elezioni

Si fa tesa la campagna elettorale colombiana. Il 13 marzo in Colombia si è votato per le primarie presidenziali, il cui primo turno si svolgerà il 29 maggio. Il Pacto Historico, coalizione di sinistra guidata dal senatore Gustavo Petro, ex sindaco di Bogotà, è emerso come la principale forza politica del Paese. Petro è risultato il candidato più votato, seguito da Francia Márquez, che sarà candidata quindi alla vicepresidenza. Si tratta di un’alleanza che sotto lo slogan “Colombia, potencia de la vida” vuole difendere l’acqua, l’ambiente e i diritti delle donne. Alle elezioni dovranno vedersela con la coalizione di destra Equipo por Colombia, che candida il sindaco di Medellin Federico Gutiérrez, e con Centro Esperanza, guidata dall’ex governatore di Antioquia Sergio Fajardo. L’eventuale successo di Petro, che si è detto vicino alla vittoria al primo turno, sarebbe una svolta storica per il Paese sudamericano, fino ad ora sempre governato da esponenti di centro-destra legati agli Stati Uniti.

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